Giudici maestri di sci: «Due piste in Val Palot o chiudete la funivia»

La Val Palot, «uno degli ultimi paradisi naturali vicino a casa tua», come si legge sul sito Infoski, rischia la chiusura. Conti sempre in rosso negli ultimi anni per il comprensorio sciistico in provincia di Brescia che separa la Val Trompia dalla Valcamonica. Tanto che ora la Corte dei conti della regione Lombardia ha lanciato l'ultimatum: o i bilanci tornano a posto con la costruzione di almeno una nuova pista da sci, oppure il prossimo anno si rischia la liquidazione.
A gestire l'impianto, vicino a Montecampione e meta di moltissimi milanesi, è la società «Val Palot Spa» costituita nel 1989 con lo scopo «di valorizzare le risorse e incentivare lo sviluppo turistico della valle». Con il passare degli anni l'assetto societario è mutato sino all'attuale composizione che conta, oltre ai privati, anche quattro enti pubblici: il comune di Pisogne (37%), la provincia di Brescia (39,06%), il consorzio BIM (16,96%) e la comunità montana(0,15%). Ma la magistratura contabile è stata chiara: anche se il luogo è bello e attira molti turisti della domenica 8e non solo), è indispensabile far quadrare i conti. Altrimenti è impossibile mantenerlo in vita a spese dei contribuenti. Pragmatismo prima di tutto.
«Lo sviluppo del comprensorio - scrive la Corte dei conti nella sua relazione - sarebbe dovuto avvenire attraverso la costruzione e la gestione di impianti sciistici. Dall'analisi dei bilanci pervenuti, emerge invece che la stessa società presenta perdite pregresse per 383.635 euro». Ma non solo.
«La gestione negli ultimi anni reca continuamente un segno negativo, con perdite rispettivamente: nel 2006 - 86.811 euro; nel 2007 -61.770 euro; nel 2008 -95.080 euro; e lo scorso anno addirittura di 170.849 euro. La verifica affidata alla Corte dei conti - tengono a precisare i giudici - non è invasiva dell'autonomia degli enti locali ma, in virtù della natura collaborativa del controllo sulla gestione, è diretta, nell'interesse del singolo ente e della comunità nazionale, a rappresentare la reale ed effettiva situazione finanziaria in modo che gli stessi possano responsabilmente assumere le decisioni più opportune».
Il dito dei magistrati è puntato essenzialmente contro «una minore capacità a produrre ricavi cagionata dalla difficoltà di completare gli impianti sciistici». La costruzione di una nuova pista da sci riporterebbe i dati in pareggio e la Corte dei Conti ha già «accertato che non emergono elementi ostativi» alla sua costruzione. Eppure è ferma «a causa della mancata individuazione del demanio sciabile nel Piano di Coordinamento Territoriale della provincia di Brescia».
Uno stallo amministrativo che non consente alla società di procedere con l'inizio dei lavori e adesso la mette a rischio di dover chiudere i battenti.
La Corte dei Conti nella delibera ha «invitato le amministrazioni interessate a rimuovere le cause delle perdite gestionali e a porre in essere ogni inziativa per ricondurre in equilibrio la gestione della società.

Senza quest'ultimo sforzo tutte le iniziative, gli investimenti e le attività sino ad ora poste in essere potrebbero risultare vane. Ed è un grandissimo peccato perché si rischia di cadere sull'ultima fase di un processo durato ormai più di dieci anni».

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