Anna Astrella
da Roma
Sul pacchetto giustizia il governo chiederà la fiducia. La conferma è arrivata dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi, il quale ha specificato che la domanda sarà presentata alla Camera, forse, già in giornata. «La richiesta di fiducia sulla riforma dellordinamento giudiziario - ha spiegato ieri Giovanardi - è stata autorizzata dal Consiglio dei ministri e sarà avanzata, presumibilmente, domani. Lorientamento del governo - ha proseguito - è quello di porre la fiducia domani, dopo il voto in aula sulle pregiudiziali di costituzionalità presentate dallopposizione».
Così con lautorizzazione del governo a ricorrere alla fiducia sulla riforma della giustizia, il via libera al disegno di legge sarebbe previsto in settimana. A Montecitorio, infatti, oggi alle 13 dovrebbero essere illustrate e, successivamente, messe ai voti la richiesta di sospensiva e la questione pregiudiziale di costituzionalità poste dal centrosinista. Poi si dovrebbe passare al voto sullarticolo 1 e allufficializzazione della richiesta di fiducia da parte del governo sullarticolo 2 che rappresenta il punto nevralgico della riforma e contiene le modifiche apportate dalla Cdl dopo il rinvio di Ciampi.
Unulteriore conferma riguardo alla decisione dellesecutivo di porre la questione di fiducia alla Camera sulla riforma Castelli arriva da Marco Follini. Il segretario dellUdc, infatti, non ha escluso questeventualità, congedandosi dai giornalisti con un «può essere».
Ma lidea della richiesta di fiducia sul pacchetto giustizia non piace al centrosinistra. Roberto Zaccaria, della Margherita, definisce questeventualità «unipotesi gravissima che confliggerebbe platealmente con latto del presidente della Repubblica». Dello stesso avviso Ugo Intini (Sdi), secondo il quale «il governo sa che la maggioranza è divisa e, poiché non si fida dei suoi stessi deputati, mette la fiducia».
Amareggiato per le intenzioni del Consiglio dei ministri anche il presidente dellAssociazione nazionale magistrati, Ciro Riviezzo: «La fiducia tronca ancora una volta ogni confronto e conferma la chiusura al dialogo - commenta il leader dellAnm -. Si impedisce di nuovo di discutere nel merito la riforma. Eppure, visto che erano stati preannunciati emendamenti da una parte della maggioranza, si pensava ci potesse essere una discussione, almeno interna alla Cdl».
Non accetta critiche strumentali il viceministro per i Beni culturali, Antonio Martusciello. «Il governo non ha mai avuto un atteggiamento di chiusura - replica -. E se oggi ha intenzione di porre la fiducia sulla riforma dellordinamento giudiziario è perché le riforme, da tempo sul tappeto, sono contenute nel patto con lelettorato e non possono subire ritardi inaccettabili».
Intanto se oggi alla Camera dovesse essere presentata dal governo la richiesta di fiducia sul ddl della giustizia finirebbe per slittare di qualche giorno il voto sul decreto di proroga della missione Antica Babilonia, previsto per questa data.
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