Marta Allevato
Uno è un personaggio storico, tra gli «eroi» del secolo passato, un uomo da manuali di storia. L’altro sa sfruttare i media, è ricco e intraprendente. Il primo, oggi poco amato dal popolo, farà la parte del saggio. Il secondo penserà a convincere l’elettorato. Mikhail Gorbaciov, l’ex presidente dell’Urss, e Aleksandr Lebedev, l’oligarca inviso al Cremlino, uniscono le forze per fondare un nuovo partito e sfidare il potente «Russia Unita» del premier Vladimir Putin.
Secondo Lebedev - citato dal quotidiano statunitense New York Times - la nuova formazione politica si chiamerà «Partito democratico indipendente della Russia» e si prepara già a correre per le elezioni parlamentari del 2011.
La notizia del «ritorno alla politica attiva» dell’uomo della perestroika rimbalza da tre giorni sui media russi non ufficiali, ma ha trovato poco spazio sui tradizionali canali dell’informazione nell’ex Unione sovietica. Gorbaciov sarà il leader del nuovo partito. Lebedev il finanziatore. Ex agente del Kgb ora presidente della National Reserve Bank a Mosca, Lebedev cerca il sostegno occidentale - che ha da sempre un debole per il padre della glasnost - nel timore che il suo business possa venire danneggiato dall’aggressivo corso economico del Cremlino. Tra gli oligarchi e imprenditori russi cresce il malcontento dopo il caso Mechel. Ad agosto, la super-holding del settore metallurgico e minerario è stata accusata da Putin di evasione fiscale e di praticare prezzi esagerati sul mercato interno per carbone coke. La procura ha aperto un fascicolo sui presunti reati del gruppo e molti, in Russia come in Occidente, hanno subito pensato a Khodorkovsky e alla sua Yukos: insomma un nuovo tentativo del Cremlino volto a portare sotto il controllo dello Stato anche una quota di rilievo dei settori del carbone e della metallurgia, dopo quello di gas e petrolio.
Il «Partito democratico indipendente» avrà per motto «meno capitalismo di Stato», sosterrà lo sviluppo di media indipendenti, la riforma del sistema giudiziario, vuole tornare a eleggere - e non nominare dall’alto - i governatori delle regioni e attribuirà un ruolo più forte al Parlamento. Il miliardario non dovrebbe far parte della nuova formazione, finanziata interamente da «fonti non statali».
Dall’ex presidente sovietico ancora nessuna dichiarazione ufficiale. Per lui ha parlato Mikhail Kuznetsov, vicepresidente dell’Unione dei socialdemocratici di Gorbaciov, il quale ha confermato il progetto. I due sono in partnership da tempo, soci e titolari del giornale Novaja Gazeta. Quello della scomoda giornalista Anna Politkovskaja, uccisa nel 2007 a Mosca.
«Gorby» - come viene comunemente chiamato in Russia - è poco amato in patria, dove gli viene ancora rinfacciato il crollo dell’Urss. E a 77 anni ci si chiede che vantaggi possa avere nel tornare in campo. Alcuni parlano di una sorta di operazione-prestanome: quando il nuovo partito chiederà di registrarsi, sarà molto più difficile dire no davanti all’autorità di Gorbaciov. L’iniziativa è comunque sintomatica: gli oligarchi non vogliono più fare i numeri 1. Non gli conviene.
In generale i media indipendenti rimangono scettici. La Nezavisimaja Gazeta sottolinea che nella crisi economica di agosto-settembre Lebedev ha perso il 60% del proprio capitale.
Intanto alla Duma di Mosca si discute la proposta di «Russia Unita» di aumentare da 4 a 5 anni la carica dei deputati e del sindaco di Mosca. Che, coincidenza, è l’arcinemico di Lebedev.
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