Massimiliano Scafi
da Roma
Fini che lo riprende davanti a tutti: «Ma Domenico, che hai detto, cosa ti è venuto in mente?». Matteoli che marca le differenze: «Non riesco proprio capire come fa Siniscalco a definire eccellente la relazione di Montezemolo. Io la penso diversamente e mi sembra di essere in buona compagnia nel governo». Calderoli che lo attacca: «Da quello che ho sentito durante la riunione a Palazzo Chigi, quella del ministro dellEconomia è una posizione personale, anzi solitaria». Addirittura, Berlusconi che lo sfotte: «Lunardi è il ministro delle gallerie, Siniscalco invece è quello del buco».
Accerchiato, criticato, isolato? Siniscalco era già in freddo con parecchi dei suoi colleghi, che lo accusano di tenere troppo stretti i cordoni della borsa e di sottolineare con troppa enfasi il suo «ruolo tecnico» nellesecutivo, come a prenderne le distanze. Ora però, dopo i suoi complimenti pubblici alla dura relazione del presidente della Confindustria, il responsabile dellEconomia finisce sotto processo nel Consiglio dei ministri, trafitto dal fuoco amico di chi lo incolpa quasi di intesa con il nemico. E a poco serve, pare, la difesa dufficio che Silvio Berlusconi imbastisce nel pomeriggio, tornando sul discorso di Montezemolo: «Con lui non cè nessun gelo, ho detto soltanto cose positive. Il presidente di Confindustria ha indicato obbiettivi assolutamente condivisibili e auspicabili da parte di tutti, cose su cui siamo daccordo, e io ho solo sottolineato le difficoltà in Italia per risolvere certi problemi». Come dire: Siniscalco ha ragione. Ma poi, accompagnando Tony Blair in una visita guidata a Palazzo Chigi e introducendolo a sorpresa nella sala del Consiglio, il Cavaliere incappa in una gaffe freudiana. «Ecco, questo è il nostro Gordon Brown», spiega al premier inglese indicando Giulio Tremonti. Peccato che lomologo del cancelliere dello Scacchiere non sia più il vicepremier, ma Domenico Siniscalco.
Acqua alta attorno al ministro dellEconomia. Giovedì quel giudizio su Montezemolo, «eccellente», che ha fatto storcere il naso a parecchi. Poi il cordiale incontro a colazione nella foresteria degli industriali in Via Veneto, condito da un patto: via lIrap in cambio di investimenti. Già a caldo molti ministri hanno avuto da ridire. Da Fini, che ha bocciato la relazione di Montezemolo, considerandola «di parte». A Matteoli, che si è meravigliato per le aperture: «Non capisco che cè di eccellente in quel discorso. Io la penso diversamente e sono in buona compagnia. Fini ha dato un giudizio severo, anche La Loggia si è espresso in modo critico. Montezemolo ha fatto un elenco delle cose che non vanno però non ha fatto nemmeno un accenno a quelle che il governo ha realizzato, come la legge sulla competitività».
La seconda tappa del «processo» nel Consiglio dei ministri. Tra i più «franchi» e diretti, secondo alcuni racconti, è Gianfranco Fini: «Ma che cosa ti è venuto in mente di dire?». Anche altri ministri sono «sorpresi» dalle dichiarazioni di Siniscalco. «Io non ho condiviso quasi nulla di quanto ha detto Montezemolo - spiega Roberto Calderoli - perché non si possono enumerare solo i problemi, bisogna pure indicare le soluzioni e le modalità di copertura. A Palazzo Chigi si è parlato di questo e il mio giudizio sulla relazione del presidente della Confindustria è ampiamente condiviso». Contrasti pure sul pubblico impiego. L'ipotesi di portare l'aumento al 5,01%, riferiscono, viene definita «ragionevole e fattibile» dal ministro dell'Economia. Un giudizio che «spiazza» qualche ministro poiché «lontano» da quanto finora sostenuto. Segnalati malumori persino dai centristi: lallievo di Reviglio «non ha ancora tirato fuori unidea per uscire dalla recessione».
Dunque, bufera su Siniscalco? Via XX Settembre smentisce tutto: «Ricostruzioni completamente inventate, volte unicamente ad alimentare polemiche». Il portavoce di Fini invece smentisce «la battuta attribuita al vicepremier». Sul resto no comment.
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