Roma - Prima, il passaggio alla Camera il 29 settembre, dove, come racconta Paolo Bonaiuti, il Cavaliere pronuncerà «un discorso di grande visione, alto e nobile, un intervento strategico che cerchi di coinvolgere tutti nelle riforme che servono al Paese». Poi, a ottobre, il rimpasto della squadra e il varo della «fase due» di governo. Questo, in estrema sintesi, dovrebbe essere il piano di Silvio Berlusconi per rilanciare esecutivo e maggioranza.
Le caselle, spiegano infatti nella cerchia stretta del premier, stanno lentamente andando tutte al loro posto. C’è ottimismo sui numeri, sul raggiungimento della fatidica quota 316 senza Fli: in questa maniera i finiani non avrebbero più, come la chiamano loro, «la golden share» su Palazzo Chigi. E c’è in vista pure la soluzione per tappare il buco del ministro dello Sviluppo, vacante ormai da quasi 150 giorni. Nelle ultime ore sta infatti prendendo piede l’ipotesi, caldeggiata da Gianni Letta, di promuovere Raffaele Fitto e di affidare gli Affari regionali a un esponente in arrivo dall’Udc. Il pugliese Fitto darebbe visibilmente corpo a una svolta filo-meridionale di un governo finora troppo a trazione nordista. In questo quadro di contenimento del Carroccio si potrebbero leggere anche le recenti iniziative scissioniste di Gianfranco Miccichè. Che difatti rivela: «Faremo il partito del Sud nel centrodestra seguendo lo schema della Lega».
E con la scelta di Fitto, Berlusconi potrebbe aggirare le «forti perplessità» del Quirinale sull’altro candidato allo Sviluppo, il viceministro Paolo Romani che, in quanto ex editore tv, per il Colle sarebbe in odore di conflitto d’interessi. La Lega sembra d’accordo. Unico ostacolo all’operazione, i rapporti non sempre eccellenti tra Fitto e Giulio Tremonti. Ma, dicono fonti della maggioranza, «il puzzle si sta completando». Il rimpasto potrebbe coinvolgere altri ministeri. La Lega vorrebbe riprendersi l’Agricoltura, passata da Luca Zaia a Giancarlo Galan. E qualche centrista siciliano potrebbe diventare sottosegretario. Senza dimenticare che ci sarebbe da far posto a Nello Musumeci, per cementare l’alleanza con la Destra di Francesco Storace.
Prima però il Cav deve doppiare la boa del 29 settembre con a bordo un equipaggio di almeno 316 deputati, finiani esclusi. Missione impossibile per Casini, a portata di mano invece secondo Bonaiuti: «Non faccio il mago come l’amico Pier Ferdinando, dico solo, come il presidente del Consiglio, che la situazione è tranquilla, è sotto controllo. La gente ci chiede di andare avanti, perché i due anni di governo sono stati molto fruttuosi. I risultati si sono visti su sicurezza, criminalità, immigrazione e sulla crisi economica da cui siamo usciti con successo».
Sulla stessa linea il ministro per l’Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi: «La maggioranza c’è e andrà avanti fino al 2013. I nuovi innesti che arriveranno sono amici che gravitano nell’area di centrodestra e che sosterranno responsabilmente Berlusconi». Il ministro degli Esteri Franco Frattini prevede che «avremo i voti anche senza i finiani». E Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, rimanda la palla nel campo delle opposizioni.
«Il Pd - dice - è diviso e in cerca di un candidato e di un programma, l’Udc è in sofferenza rispetto al gruppo dei parlamentari siciliani. Farebbero meglio a risolvere i loro problemi piuttosto che accusarci di compravendite inesistenti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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