Il governo Monti tutela Finmeccanica anche dalle Opa di partner europei

Novità in arrivo per Finmeccanica, Eni, Enel, Telecom, Snam, Atlantia e Terna con il decreto che modifica la disciplina della golden share, ossia il diritto di veto concesso allo Stato per la tutela degli interessi nazionali nei settori difesa, energia, tlc, reti e trasporti.
In particolare, il Consiglio dei ministri ieri ha stabilito che nel comparto Difesa lo Stato disponga di tre possibilità per ostacolare l’M&A ritenuto lesivo per gli interessi strategici nazionali: l’imposizione di «specifiche condizioni» relative ad approvvigionamenti e sicurezza delle informazioni, il veto alle delibere assembleari o del cda e l’opposizione all’acquisto di partecipazioni da parte di un soggetto non controllato dallo Stato. Nel caso alle operazioni sia stato dato un via libera condizionato rispetto al quale vi sia stata inadempienza, sono previste sanzioni pari al doppio del valore del deal e, comunque, non inferiori all’1% del fatturato dei soggetti coinvolti. Per gli altri settori, invece, il governo può esercitare il veto se l’acquirente proviene da Stati extra-Ue e se l’operazione generi «una situazione eccezionale di minaccia effettiva per gli interessi pubblici relativi alla sicurezza e al funzionamento delle reti». Se il soggetto extra-Ue si trasferisce in ambito comunitario sono necessari due presupposti per l’interdizione: l’eventuale collegamento con associazioni criminali e il pregiudizio del diritto di accesso al libero mercato. Per le società partecipate direttamente e indirettamente dallo Stato, la titolarità del processo di valutazione spetterà al ministero dell’Economia.
Con le nuove norme il governo intende chiudere la procedura d’infrazione aperta nel 2009 dalla Commissione Ue che aveva presentato ricorso alla Corte di Giustizia Ue a novembre.

«Il decreto ridisegna la disciplina in materia di poteri in conformità ai parametri del diritto comunitario», ha spiegato il ministro degli Affari europei, Enzo Moavero. Il commissario Ue al Mercato interno, Michel Barnier, ha sottolineato che Bruxelles valuterà rapidamente e che «eventuali modifiche» saranno discusse assieme all’Italia durante l’iter di conversione del decreto.

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