Roma - Reggerà sei mesi? Un anno? Arriverà fino al 2013? A Giorgio Napolitano, gran regista dell’operazione Monti, la durata del nuovo esecutivo importa fino a un certo punto. Quello che conta, come spiega pure a Silvio Berlusconi salito a dimettersi, è che «sia garantita un’efficace e condivisa azione di governo», che si riesca cioè a mettere in sicurezza un Paese sotto attacco della speculazione. «In questa situazione- dice ancora il capo dello Statosonoi soggetti più deboli a essere maggiormente esposti. Bisogna coniugare il rigore con la crescita e c’è l’esigenza di distribuire equamente i sacrifici ». L’Italia ha bisogno di una cura da cavallo, amputazioni e impopolari siringoni che solo un gabinetto di tecnici è in grado di propinare al malato.
Dunque, via i politici dalla squadra di Mario Monti. I partiti, insiste Napolitano, «devono saper agire con senso di responsabilità».Unica doppia eccezione, eventualmente, per la famiglia Letta, con zio Gianni e il nipote Enrico come vicepremier a fare da ufficiali di collegamento. Ma è lo stesso Gianni Letta a chiamarsi fuori: «Non voglio costituire un problema, né un ostacolo e neanche un pretesto per alcuni - dice a Napolitano- quindi con senso di responsabilità e dello Stato faccio un passo indietro».Quindi,tutti senza targa per «vendere meglio l’immagine italiana all’estero».Una soluzione caldeggiata anche dal Cav: se tutti i suoi resteranno fuori, nessuno potrà dire di aver vinto e sarà più facile tenere unito il Pdl.
Sotto allora con i professori. Guido Tabellini, docente di economica alla Bocconi, dovrebbe prendere il posto di Giulio Tremonti in via XX Settembre, ma restano ancora alte le quotazioni di Fabrizio Saccomanni, direttore generale della Banca d’Italia. Il rettore della Cattolica Lorenzo Ornaghi è invece destinato al ministero dell’Istruzione. Alla Giustizia potrebbe andare Cesare Mirabelli, ex presidente della Consulta e del Csm: oppure, Ugo De Siervo, altro ex della Corte Costituzionale. Altri bocconiani illustri in rampa di lancio: l’economista Carlo Secchi, che dovrebbe andare allo Sviluppo se vincerà la concorrenza del presidente dell’Antitrust Antonio Catricalà, e Lanfranco Senn, professore di analisi delle politiche ed estero di economia regionale, atteso alle Infrastrutture. EnzoMoaverosarebbeinvece il sottosegretario alla presidenza.
E un ruolo di primo piano è previsto pure per Giuliano Amato, che non è proprio un tecnico, ma che potrebbe garantire efficacemente sia centrodestra che centrosinistra. Per il Dottor Sottile è pronto il Viminale, dov’è già stato, o anche la Farnesina, dove però nelle ultime ore è stato accostato il segretario generale del ministero Giampaolo Massolo, considerato in quota Fini. In quota Colle invece andrebbe assegnato il generale Rolando Mosca Moschini, consiglieremilitaredelpresidente della Repubblica, ex comandante generale della Guardia di Finanza, in viaggio pare verso la Difesa.
Si parla di Umberto Veronesi come ministro di un Welfare che ingloberebbe la Salute. Si parla tanto pure di Emma Bonino, che è stata commissario europeo in coppia con Monti e che potrebbe diventare ministro delle Politiche comunitarie. Sarebbe lei l’unica donna del governo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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