Il governo vieta di mangiare gamberoni

Diego Pistacchi

L’ultima del governo per ridare fiato all’economia italiana e ligure in particolare? Togliere i gamberoni dalle tavole in piena estate. Non è un semplificazione, perché uno dei primissimi provvedimenti adottati dal ministro alle politiche agricole Paolo De Castro, prodiano doc, sarà quello di fermare i pescherecci che pescano i crostacei in tutto il Tirreno, da Gaeta a Imperia. Dal 31 luglio al 25 agosto, tanto per far capire che i turisti non dovranno farsi illusioni: se vorranno mangiare gamberoni e aragoste si dovranno anche aspettare piatti madein Cuba o giù di lì, perché di pescato nostrano non ce ne potrà essere, per la gioia dei ristoratori e di un’economia che ha sempre puntato sulla qualità dell’offerta.
L’ultima speranza durerà 48 ore, quelle cioè che separano ancora dall’approvazione in commissione consultiva pesca del decreto ministeriale già pronto. Martedì verrà dato il via libera definitivo al provvedimento che impedirà ai pescherecci a strascico di calare le reti. «In questo periodo lo strascico nei nostri mari si pratica ad alte profondità, 400-600 metri per capirci - spiega Augusto Comes, presidente nazionale di Federcopesca -. Lì si trovano crostacei già adulti, non è il momento del novellame. Per questo non riusciamo a capire il motivo di un simile provvedimento che colpisce le imprese e non influisce sulle risorse ittiche. Saremmo i primi ad accettare fermi in periodi di riproduzione, abbiamo fatto anche diverse proposte per soluzioni alternative, ma in questo modo abbiamo l’impressione si tratti solo di una decisione presa per dare un’impressione di tutela ambientale che è solo di facciata».
Anche perché agli armatori dei pescherecci che si fermeranno (obbligatoriamente, perché il provvedimento non è facoltativo) non verranno riconosciuti indennizzi, mentre ai lavoratori, ai marinai imbarcati verrà pagato solo il minimo salariale. «Questo soprattutto in un momento decisivo della stagione - osserva ancora Comes -. Se consideriamo che per i pescatori la massima voce passiva del bilancio è rappresentata dalle spese di gasolio, di una materia prima i cui costi continuano a lievitare, è facile poi intuire che queste scelte influiranno sui prezzi del pesce, che finora erano considerati tra i migliori a livello nazionale». I pescatori liguri e toscani hanno già fatto fronte comune per garantire i gamberoni freschi nostrani sulle tavole dei turisti in agosto, ma dovranno riuscire a vincere la loro battaglia entro venerdì.

Dovranno impedire al governo di dare vita a un provvedimento che ha tutto il sapore di essere l’ennesimo «pagamento» politico ai Verdi e agli ambientalisti che chiedono spazio e riscontri per i loro programmi. Pazienza se poi, prima di danneggiare i palati dei turisti e dei buongustai, finiscono con lo svuotare ulteriormente le tasche dei pescatori e dei lavoratori che vivono anche grazie ai gamberoni.

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