Gran Bretagna Dopo la banca di Scozia Londra nazionalizza anche il Lloyds Group

Appena nato e già dato in adozione. È il Lloyds banking group, il colosso del credito britannico nato in ottobre dalla criticatissima fusione di Lloyds tsb con Halifax-Bank of Scotland (in perdita). In seguito alla crisi, che ha visto il titolo finanziario perdere in una settimana quasi 11 miliardi di sterline, il governo di Londra ha deciso di nazionalizzarlo, facendo salire la quota di proprietà dal 43,5% al 65%. Con questa mossa, il governo di Gordon Brown assicurerà gli asset tossici (per l’83% provenienti da Hbos) per 260 miliardi di sterline (290 miliardi di euro). In cambio, Lloyds si impegna a mantenere il credito alle imprese per 28 miliardi nei prossimi due anni.

I costi dell’operazione dovrebbero essere coperti da un aumento di capitale, ma se le azioni non dovessero avere successo sul mercato, Londra è pronta a salire al 75% dell’azionariato. Lloyds è la seconda banca britannica a ricorrere all’aiuto statale, dopo che Londra si era accollata nelle scorse settimane anche il 90% delle perdite della Royal Bank of Scotland.

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