Grande de Chirico senza metafisica

Un’eccellente mostra su de Chirico, a cura di Mario Ursino, si può vedere ancora fino a domenica alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Un’avvertenza: come spiega il titolo, «De Chirico e il museo», non si tratta di un’antologica sull’artista. Non aspettatevi quindi piazze d’Italia e metafisica: quella che è stata svolta, e in modo superlativo, è un’indagine sugli amori intellettuali di de Chirico, che spaziano dagli Egizi a Canova e si rivolgono soprattutto all’età barocca. La mostra, a parte una Lotta dei Centauri del 1909 e qualche importante lavoro degli anni Venti e Trenta, esplora la parte meno nota dell’universo dechirichiano: quella che Breton ripudiò, sostenendo che l’artista era morto nel 1919, e che molti storici si sono rifiutati di conoscere. Una mostra specialistica? Tutt’altro.

Gli studiosi troveranno nel catalogo Electa i necessari, e spesso inaspettati, approfondimenti. Ma chi specialista non è, scoprirà un artista vitalissimo ben oltre i confini della metafisica. E che continua a dipingere, in modo straordinario, fino a quando muore novantenne nel 1978.

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