Ieri doveva essere il giorno della verità. Sul maxi appalto della Grande Viabilità soffiano invece venti di bufera sempre più forti. «Il parere dellAutorità non è vincolante», ha affermato con sicurezza in Aula Giulio Cesare lassessore ai Lavori pubblici Giancarlo DAlessandro, tagliando corto a modo suo.
Ma intanto sulla manutenzione delle grandi arterie cittadine, un appalto da 700 milioni per un totale di nove anni, la parola passa al Tar. Il 13 febbraio la società terza arrivata nella gara, la Manital, forte della delibera dellAutorithy di quindici giorni fa, ha notificato al Comune il ricorso al Tribunale amministrativo. Dal canto suo lAutorità di vigilanza sui lavori pubblici, come annunciano ufficiosamente autorevoli fonti interne, andrà avanti per la sua strada. In altre parole, se il Comune ignorerà il parere dellAuthority, potrebbe essere chiamato a risponderne alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica. La battaglia insomma si annuncia lunga e complessa. Fra qualche anno i danni da pagare potrebbero essere «devastanti», per usare le parole del consigliere Visconti (An).
Ma restiamo ai giorni nostri. Ieri DAlessandro ha spiegato che laffidamento della Grande Viabilità a Romeo, Vianini, Consorzio Strade sicure, non potrebbe essere più limpido: «La gara è relativa ad una concessione di Servizio pubblico Locale, esperita nei termini di cui al decreto legislativo 157/94, trattandosi di un servizio e non di lavori - ha sostenuto lassessore -. La decisione del Comune è in linea con gli indirizzi della normativa europea e italiana». Il 15 novembre scorso, la Manital ha diffidato il Comune dal procedere allaggiudicazione, segnalando la coincidenza di un consigliere di «Risorse per Roma» con il titolare di una società componente il consorzio Strade Sicure. «Lamministrazione comunale però, - ha sostenuto DAlessandro - non ha ritenuto fondata la diffida, perché basata sullarticolo 17 della legge numero 109/94, che disciplina i lavori pubblici. Anche il parere dellAutorità, che non ha carattere vincolante, fa riferimento allo stesso articolo di legge - ha continuato lassessore - Ma vale la pena ricordare che larticolo 90, comma 8, del decreto legislativo numero 163106 (Codice degli appalti) circoscrive lincompatibilità esclusivamente a coloro che redigano o partecipino alla redazione di progetti per lavori posti a base di gara. Né lamministrazione né Risorse per Roma hanno redatto progetti».
Fonti ufficiose dellAutorità di vigilanza sui lavori pubblici, come si diceva, non hanno tardato però a replicare allassessore DAlessandro. Il Comune, questo il succo del discorso, può anche ritenere non vincolante la delibera dellAuthority, ma i consiglieri dellAuthority sono nominati dai presidenti di Camera e Senato, quindi la loro è una delibera che ha un altissimo significato. E che quindi non si può ignorare impunemente: «Se il Comune seguiterà a farlo, andremo davanti alla Corte dei Conti ed alla Procura della Repubblica».
Dura la risposta anche dellopposizione in Campidoglio. «Lassessore dipinge una realtà tutta rose e fiori, così non è - ha affermato il consigliere di Alleanza nazionale Fabio Sabbatani Schiuma -. Ho chiesto da tempo la convocazione della commissione lavori pubblici e mobilità, il presidente della commissione Marroni deve decidersi a convocarla immediatamente. Non vogliamo che finisca tutto in cavalleria».
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