Adios Ferran Adrià, goodbye Gordon Ramsay, ciao ciao Vissani. Le nuove star della cucina internazionale sono mamme con le mani, letteralmente, in pasta. Non usano la fiamma ossidrica per scolpire carote e ravanelli, a caviale e tartufo preferiscono branzino e insalata fresca. E soprattutto, mangiando i loro piatti forse si ingrassa ma almeno non dimagrisce il portafogli.
Il fenomeno della cucina fai-da-te è internazionale quanto quello della Gastronomia, con la G maiuscola proprio come il conto da pagare. Anzi no, più che internazionale è glocal, per dirla alla moda: globale, perché davvero non conosce confini, e allo stesso tempo locale perché gli adepti del nuovo culto da tavola prediligono i cibi nostrani.
La tv, soprattutto quella più popolare e generalista, riflette il fenomeno: perfino in Inghilterra, Paese che da sempre si porta appresso una pessima fama culinaria, ora i programmi di ricette totalizzano audience che nemmeno la finale di Champions league. In Italia da anni gode di successo la «Prova del cuoco» sulla Rai e il Tg5 ha abbattuto la barriera tra news e lasagne inserendo la rubrica «Gusto» nell’edizione delle 13. Ma la vera portavoce dell’ultima rivoluzione delle nostre abitudini mangione è Benedetta Parodi, la giornalista che conduce lo spazio «Cotto e mangiato» all’interno del telegiornale di Italia 1. Ogni giorno all’ora di pranzo (per chi vive al Sud) e del caffè, per i nordici, Parodi assembla in quattro e quattr’otto un piatto della mamma davanti alle telecamere. E fa sembrare tutto facile. O forse facile lo è davvero: tutto sommato per portare a tavola i suoi spaghetti mollica e acciughe basta essere in grado di fare un soffritto. Il web conferma: sui forum è pieno di testimonianze di aspiranti casalinghe e casalinghi che confessano di seguire il programma e scaricare le ricette dal sito. Le puntate meno riuscite? Quelle in cui la chef-giornalista si allontana dalla tradizione e dalla semplicità per avventurarsi sull’esotico. Perché l’essenza della nuova e dilagante filosofia gastronomica è che possiamo tutti essere gourmet, pure se con la fame di Aldo Fabrizi e l’abilità alle pentole di Lucrezia Borgia. Andare a mangiare fuori diventa sempre più un lusso, la cena conviviale torna più spesso tra le pareti domestiche e anche chi di solito pasteggia col sugo al pesto da supermarket vuole invece stupire gli amici.
Preparando in casa, e all’italiana si ha anche la sensazione di mangiare più sano. E la nostra cucina regionale del resto aiuta. A Zurigo è diventata «cibo di conforto» per i banchieri derelitti: con la pesante crisi che ha colpito il settore finanziario in molti hanno perso il posto. Ed essendo gli yuppies della Borsa i migliori clienti, i ristoranti del centro hanno dovuto licenziare il 10 per cento del personale. Tutti tranne «Il Giglio» e gli altri ristoranti tipici della città, dove se non prenoti non mangi. È l’incrocio tra credit crunch e slow food.
Ma è nel Regno Unito che il vento della cucina fai-da-te è diventato un ciclone. I giornali di mezzo mondo hanno raccontato della Regina che allestisce l’orto a Buckingham Palace seguendo il consiglio di Michelle Obama. Ma in realtà la verdura cresciuta in casa in tutto il regno è già una mania. Che in molti hanno trasformato in business, spuntano praticamente ovunque i cosiddetti «farmer market», punti vendita dove si possono acquistare direttamente i prodotti di allevatori e agricoltori britannici, che si stanno dando da fare per sviluppare prelibatezze «Doc». Anche qui il successo passa per la televisione.
È il caso di Geoff Parker, da quindici anni maestro nella preparazione di formaggi. Ma è solo quando è apparso su Mtv e un conduttore gli ha appioppato il nomignolo di «Doctor Cheese» che è diventato una celebrità e la sua «Kent cheese company» è decollata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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