Grazie a Tuttofood, prove generali di Expo per la Milano golosa

Tuttofood atto secondo: la Fiera di Rho, da domani a sabato, celebrerà la seconda edizione di una rassegna rigorosamente aperta agli addetti ai lavori golosi del mondo intero. La speranza, celebrato l’esordio due anni fa, è di diventare un punto di riferimento per tutta l’industria alimentare e per quelle produzioni di eccellenza che vogliono essere conosciute fuori dal Buon Paese fino a ridimensionare l’egemonia di Cibus a Parma. Questo dopo il flop di Miwine, il “non salone” del vino che in un recente passato non è riuscito a scalfire la supremazia del Vinitaly di Verona, riducendosi a un momento dello stesso Tuttofood. Chiaro lo schema: anni dispari Milano, anni pari Parma con l’obiettivo di essere leader tra sei anni, in un 2015 dominato dall’Expo.
L’esposizione meneghina, che sarà inaugurata dal ministro dell’agricoltura Luca Zaia, copre uno spazio di 38mila metri quadri venduti (nel 2007 furono il 31 per cento in meno) per un totale di 1.500 espositori (+22%), dei quali 234 stranieri in rappresentanza di trentuno nazioni contro le diciotto del debutto. Ha detto Nello Martini, direttore commerciale di Fiera Milano International: «La nostra ambizione è quella di diventare sempre più un presidio culturale e una cartina al tornasole del settore, man mano che ci avviciniamo all’Expo che, è bene ricordarselo, sarà incentrato sul tema dell’alimentazione».
Tuttofood è un evento che spazia su cinque grandi aree, carni e salumi, formaggi, multiprodotto, dolci e, infine, surgelati, il tutto senza prodotto fresco. Viene invece esaltata la ricerca di prodotti di nicchia per incentivare le varie produzioni di qualità perché è chiaro che se le vette crescono, anche il livello medio generale deve reagire e riposizionarsi su gradini più alti. Da qui una serie di convegni e incontri come quelli dedicati alla Filiera agroalimentare del made in Italy, un secondo sulle nuove norme comunitarie sull’etichettatura dell’olio d’oliva, un terzo sulla biodiversità nella ristorazione minacciata dalla burocrazia, un quarto che vedrà a raccolta gli stati generali della ristorazione italiana di qualità, in un mix collaborativo tra la fiera e la Fipe, la federazione dei pubblici esercizi guidata da Lino Stoppani che giocherà in casa visto che con i fratelli è titolare di Peck, il supernegozio alimentare vicino al Duomo.
La mostra è scandita anche da diversi momenti legati ai piatti e ai prodotti come il Cheese Award per i migliori formaggi europei con un riconoscimento allo yogurt top così come, di stand in stand, faranno bella mostra di sé confezioni di nicchia piuttosto che squisitezze innovative come un torrone a forma di cono e una pizza che rimane croccante anche dopo essere stata riscaldata nel microonde.

Ci sono poi quelli che lo fanno strano, come Loison che cucinerà i suoi panettoni, quelli che arrivano da lontano come la Spagna con lo chef Paco Roncero, e quelli che mettono in scena le eccellenza della ristoranzione italiana e inglese, come la Fipe con Emanuele Scarello e Massimo Bottura, Marcus Eaves e Sanjay Dwivedi.

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