da Milano
Gran ritorno per Alessandro Greco che dopo un periodo di «pause lavorative più subite che scelte», come confessa senza falso ottimismo, dal 7 settembre tornerà in qualità di conduttore di Gran Concerto. Una trasmissione che è anchessa un ritorno, alla funzione educativa della tv pubblica: avvicinare la musica seria ai bambini dai 5 anni in su. Deus ex machina del programma, in onda su Raitre ogni domenica alle nove di mattina, è Raffaella Carrà a fianco del fidato Sergio Japino. «Finalmente dopo oltre dieci anni dalla prima edizione di Furore, nel 1997, torno a fare squadra con la coppia Carrà-Japino che segnò il mio successo degli esordi. Quando li ho conosciuti avevo 25 anni e facevo i collegamenti esterni per Uno mattina. Durante unaudizione a Cinecittà, mi trovai di fronte a una schiera di persone, anche molto famose, in attesa di essere provinate e poi loro due con altri due autori di Furore. Quando Japino mi chiese sei pronto? io volevo rispondere, per niente ma ero lì e non mi sono potuto tirare indietro. Dovevo improvvisare sulle immagini del format francese, trasmesse su un videowall alla parete. Non mi ricordo nulla per lemozione, ma andai bene. Solo che lo capii tempo dopo. Infatti a fine provino lunica cosa che mi dissero è: ti va di venire domani per parlare del programma?. Pensavo che avessero bisogno di qualcuno che scaldasse il pubblico. Da quel giorno invece mi trovai a fare una formazione sul campo di due mesi fino alla conduzione vera e propria. Avevano capito che ero un terreno fertile, ma incolto». Nonostante lo sprint iniziale però la strada non è stata sempre in discesa. A parte lesperienza in radio, dove Greco conduce tutti i sabati su Rtl Chi cè cè, chi non cè non parla, «in tv è come se per me negli ultimi anni non si sia verificata nessuna occasione fortunata». E sì che tre anni fa dopo La Talpa Alessandro, come gli altri concorrenti del reality, ha avuto un contratto Mediaset della durata di quindici mesi. «In quel periodo ho realizzato due numeri zero di trasmissioni che non sono mai partite. Per me non è stato facile, ma ho comunque continuato a studiare nuovi progetti cercando di proporli alle persone giuste».
Fino a Gran Concerto. Quaranta minuti di un viaggio sorprendente alla scoperta del mondo delle sette note.
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