Politica

Grillo, un oracolo fallito: il suo partito anticasta ormai è diviso in correnti

A Genova il Movimento 5 Stelle, che dovrebbe rinnovare la politica, è dilaniato da lotte intestine. E il leader media come un vecchio Dc

Grillo, un oracolo fallito:  
il suo partito anticasta  
ormai è diviso in correnti

Il «nuovo» che avanza nella politica italiana, Beppe Grillo e le sue Cinque stelle, è già vecchio, vecchissimo. Il movimento del comico che si propone come «altro» rispetto ai partiti maggiori, contro i quali combatte una personalissima crociata anti-tutto, è già un partito come tutti gli altri, fatto di correnti, spaccature, liste contrapposte, lotte interne. Grillo gira le piazze urlacchiando di voler trasformare le rappresentanze politiche e riportare i cittadini a essere protagonisti, mentre i grillini passano il tempo a rubacchiarsi i voti e farsi le scarpe.

Vedere, per credere, quello che succede a Genova, che non è una città qualunque ma la patria di Beppe Grillo. Le notizie sono pubblicate dal Secolo XIX, e non dal sito-blog del comico, che invece dedica ampio spazio ai cetrioli assassini di Malaga che seminano il panico in Germania. A Genova i seguaci del poeta del «vaffa» sono spaccati a metà. Da una parte c’è il «meetup» 20, dall’altra il nucleo storico. I «meetup» sono comunità che nascono su internet attorno a interessi specifici, a volte sfociando in incontri reali. Sul web servono prevalentemente per rimorchiare, ma Grillo li ha trasformati in gruppi di azione sul territorio. Dc e Pci le chiamavano sezioni.
E come le vecchie sezioni, anche i «meetup» litigano. Invece che sfruttare l’onda del trionfo elettorale che li ha portati a surclassare Di Pietro e il Terzo Polo, i grillini si scannano senza complimenti. Un anno fa la tendenza-Tafazzi, che stava per sfociare in due liste contrapposte alle regionali in Liguria, aveva indotto Grillo a non presentarsi, rinunciando a un bel gruzzolo di voti. Ora il padre-padrone del movimento ha lanciato un avvertimento in vista delle amministrative dell’anno prossimo, quando devono essere rinnovati il comune capoluogo e la provincia: «Basta liti - ha tuonato ai suoi - mettetevi d’accordo, questa volta dobbiamo esserci».

Ma gli anti-politici sono anche disobbedienti. Insoddisfatti dei partiti e renitenti agli ordini di scuderia. Più sono piccoli e più si accapigliano. Ogni «meetup» raccoglie le proteste di qualche comitato anti-qualcosa presente sul territorio. I «no gronda» della Valpolcevera e di Voltri (contrari a una nuova tangenziale) stanno con gli «storici», mentre i «no bus-via» della Valbisagno sono schierati con il «meetup» 20. E poi ci sono i comitati contro l’inceneritore, la moschea, l’inquinamento, il piano urbanistico. Ognuno con il suo piccolo angolo di visuale, la sua fetta di ragioni e la frenesia di battere i pugni.

Interessi contrapposti e pacchetti di voti in palio: «Possiamo portare a Grillo almeno 7mila firme a sostegno del nostro programma», dice al «Decimonono» Rosa Vagge, leader degli anti-bus. Gli «storici» tuttavia non ne vogliono sapere: «Quelli del 20 cercano di fare pace ma non vedo margini - ribatte Daniele Cecere, uno dei leader - I responsabili di quel gruppo ci hanno sottratto con l’inganno le chiavi della piattaforma 20».

Così, tra una raccolta di firme e una piattaforma che passa di mano con l’imbroglio, cresce nuovamente il rischio di vedere i grillini divisi in due liste. Perché il vero nodo da sciogliere, una volta messi d’accordo i signori del «vaffa», sarà scegliere un candidato che vada bene a tutti. Pare che Grillo voglia puntare su un ventenne semi-sconosciuto come a Milano, mentre altri preferirebbero qualcuno con un minimo di esperienza, una candidatura «vera» e non di bandiera.

Il guru a cinque stelle avrebbe in mente una soluzione vecchia maniera: fare una sorta di congresso virtuale, mettere ai voti sul web le due liste e incoronare con il marchio del movimento quella che otterrà il maggior numero di consensi. Insomma, il nuovo che avanza utilizza i sistemi del passato celati sotto la modernità di internet. Ma la sostanza non cambia: il movimento è spaccato, le sezioni fanno a braccio di ferro e non è detto che i perdenti non trovino un’altra piattaforma su cui farsi sentire.

E l’anti-politico ricciuto e incazzato dovrà mediare come un doroteo qualsiasi.

Commenti