La guerra dei sondaggi sulla fiducia al Cavaliere

Che i sondaggi non godano fama di scienza esatta non è una novità e le ultime rilevazioni sulla fiducia nel premier Silvio Berlusconi e sulle intenzioni di voto tracciano ancora una volta ritratti molto diversi dell’attuale situazione politica. Ha dunque facili argomenti chi considera i numeri come un’arma a doppio taglio nella contesa tra gli schieramenti.
Secondo il sondaggio Ipsos diffuso martedì da «Ballarò», il presidente del Consiglio sarebbe battuto con il suo 33 per cento da Pier Luigi Bersani dato, a capo di un’alleanza tra tutte le opposizioni, al 43 per cento. Berlusconi uscirebbe sconfitto anche da Pier Ferdinando Casini (32-45%) e sopravanzerebbe di misura solo Nichi Vendola (31-32%).
La stessa trasmissione, però, ha reso noto anche il risultato di uno studio di Euromedia Research che dà la fiducia di Berlusconi al 51 per cento. Risultati tanto contrastanti da permettere a due ospiti della trasmissione di dare giudizi opposti sulle rilevazioni. Per l’ex segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani «emerge che Berlusconi ha la maggioranza parlamentare ma probabilmente oggi la maggioranza degli italiani non è d’accordo con le sue politiche» mentre il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi ne ha concluso che «è interessante constatare come malgrado questa vicenda (quella di Ruby, ndr) non è cambiato il barometro di Berlusconi e della coalizione di governo. La sinistra si aspetta l’ennesima spallata. Mi dispiace per loro ma non sarà così».
A guardare i dati sempre di Euromedia Resarch, si nota un calo di 2 punti percentuali rispetto al 53% di fiducia per il premier rilevato per «Porta a Porta» del 24 gennaio. Quella sera, il programma di Bruno Vespa ha dato conto anche di un’inchiesta Swg che fissava invece la fiducia in Berlusconi al 33 per cento.
E ben diversi da quelli di Euromedia sono anche i dati divulgati da due quotidiani negli ultimi dieci giorni.

Un sondaggio Ispo pubblicato dal «Corriere della Sera» il 31 gennaio ha attribuito al presidente del Consiglio una fiducia del 28 per cento. «Repubblica» invece il 4 febbraio ha reso nota una rilevazione di Ipr Marketing che attesta la fiducia del premier al 35 per cento alla data del 31 gennaio, in calo di 5 punti rispetto al 10 gennaio.

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