Farneticazioni, allucinazioni, cinismo, risentimenti che covano anni ma sono pronti a esplodere alla minima scintilla, specie se c’è di mezzo la suscettibilità di una figlia, anzi di due. Stefania Craxi, offesissima, difende la memoria del padre dalle «allucinazioni» e «farneticazioni» di Benedetta Tobagi, figlia di Walter, giornalista del Corriere della sera ucciso da un gruppo di terroristi rossi nel 1980. La questione di mezzo è il libro scritto dalla Tobagi, Come mi batte forte il tuo cuore, storia di mio padre, a cui il direttore del Corriere Ferruccio De Bortoli ha dedicato un editoriale, qualche giorno fa, indicandolo come una lettura edificante «in tempi di passioni tristi e valori deboli».
Non l’avesse mai fatto. Da lì è nata una querelle durissima tra le due figlie, originata da una lettera indignata della Craxi al Corriere. Il sottosegretario agli Esteri lamenta una serie di manipolazioni storiche e di insinuazioni offensive, contenute nel libro, all’indirizzo di Bettino Craxi. Parla di «fallaci sensazioni giovanili» che ingannerebbero Benedetta facendole scrivere sostanzialmente delle sciocchezze sull’ex leader socialista, di cui darebbe «un’immagine falsa e diffamatoria». Anche solo un ricordo d’infanzia della figlia di Tobagi diventa materia incandescente. Nel libro racconta che a sei anni vide la madre parlare, in casa sua, con Bettino Craxi, un colloquio severo che finì, una volta uscito Craxi dall’abitazione, in un pianto della vedova Tobagi. L’autrice collega quell’episodio al ritrovamento, tra le carte dei servizi segreti, di un appunto anonimo che avrebbe suggerito il probabile attentato al giornalista del Corriere.
Ebbene, «Benedetta - scrive la Craxi - inventa un contrasto tra la mamma che vorrebbe rivelare subito la cosa ai giudici e Bettino che vuole ritardare la rivelazione per servirsi dello scandalo a fini elettorali». Balle, dice la Craxi, e spiega perché. Non solo, presa dal rancore, ricorda che Bettino «la riempiva di regali ogni Natale», compreso una grande tigre di peluche, «con gli occhi gialli».
Ricorda, la Craxi, «un’altra farneticazione della nostra autrice», cioè quando al decennale della morte di Walter si trovò accanto a Craxi, e poco ci mancò che non gli desse un calcio. Altra ricostruzione offensiva, per la Craxi, è quella sulla presunta copertura di Gelli e della P2 nel caso Tobagi. Accuse che la Craxi spiega in termini «psichiatrici»: «Rispetto la sua sofferenza ma questo non le dà il diritto di spacciare per verità le sue allucinazioni».
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