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"Loro ingrassano, i nostri uomini muoiono. Ci ritiriamo da Bakhmut": il capo della Wagner attacca il Cremlino

Il capo del gruppo Wagner, Evgheny Prigozhin, ha lanciato una dura invettiva contro i vertici della difesa russa per la carneficina di Bakhmut. Il Cremlino: "No comment"

"Loro ingrassano, i nostri uomini muoiono. Ci ritiriamo da Bakhmut": il capo della Wagner attacca il Cremlino

L’ennesimo attacco contro i vertici della Difesa e le élite di Mosca, accompagnato da un ultimatum che questa volta suona come uno strappo definitivo. Evgheny Prigozhin, capo e fondatore del gruppo Wagner, ha lanciato un’invettiva all’indirizzo del ministro della Difesa russo, Sergej Shoigu, e del capo di stato maggiore, Valery Gerasimov. Oggetto della contesa: la carneficina di Bakhmut, dove i mercenari di Prigozhin continuano a subire ingenti perdite mentre il Cremlino si rifiuterebbe di consegnare al gruppo le munizioni necessarie per tenere testa alle forze ucraine.

Il capo della Wagner contro Mosca

"I miei soldati non soffriranno perdite prive di senso e ingiustificate a Bakhmut senza munizioni. È per questo che lasceremo Bakhmut il 10 maggio 2023", ha dichiarato Prigozhin, in divisa mimetica, in un video girato di fronte ai suoi mercenari con il volto coperto e pubblicato su Telegram.

I mercenari se ne vanno "fino a che i russi non avranno di nuovo bisogno di noi", ha quindi aggiunto il capo della Wagner, poche ore dopo avere postato un filmato in cui mostrava decine di cadaveri di combattenti della Wagner stesi a terra e si scagliava, con insulti pesanti, contro Shoigu e Gerasimov.

L’attacco a Shoigu e Gerasimov

"Voi feccia state seduti nei vostri club costosi. I vostri figli continuano a vivere, pubblicando i loro videini su youtube. Pensate di essere i padroni di questa vita. Pensate di averne il diritto dato che avete riserve di munizioni. Stiamo facendo i conti della serva: se voi fornite le quote di munizioni, abbiamo cinque volte meno morti", ha tuonato Prigozhin, presumibilmente sempre più ai ferri corti con il Cremlino.

"Questi uomini sono venuti qui come volontari e stanno morendo così che voi possiate ingrassare nei vostri uffici di mogano prezioso. Questi sono i c...o di padri di qualcuno. I figli di qualcuno. E quelle fecce che non ci stanno dando le munizioni mangeranno le loro c...o di budella all'inferno", ha proseguito parlando dei suoi uomini.

Rivolgendosi alle alte sfere di Mosca, Prigozhin ha quindi citato Shoigu e Gerasimov. "Ci mancano il 70 per cento delle munizioni. Shoigu, Gerasimov, dove c...o sono le munizioni? Guardateli c...o", ha aggiunto, indicando i cadaveri accanto a lui e usando un linguaggio ancora più volgare del solito.

L’ultimatum e il possibile ritiro

Prigozhin è andato oltre, annunciando il possibile ritiro della Wagner da Bakhmut. "Annuncio ufficialmente che i miei ragazzi non sopporteranno perdite a Bakhmut senza munizioni. Pertanto, dal 10 maggio, lasciamo la città. Ci mancano ancora solo due chilometri, ma se non volete dare ai russi una vittoria con la conquista di Bakhmut, questi sono problemi vostri", ha sottolineato.

Prigozhin si è quindi lanciato in una cronistoria delle azioni della Wagner nel conflitto: il 16 marzo del 2022, ha scritto, "quando l'operazione militare speciale non è andata secondo i piani", i vertici militari avevano chiesto l'aiuto della compagnia privata, che tre giorni dopo aveva fatto rientrare dall'Africa le sue prime unità. Alla fine dell'estate dell'anno scorso, dopo la ritirata dei russi dalla regione di Kharkiv, i miliziani della Wagner avevano occupato una linea sul fronte lunga oltre 130 chilometri. Poi, ha affermato ancora Prigozhin, l'8 ottobre avevano avviato l'operazione Bakhmut tritacarne con lo scopo di "attirare le forze ucraine su se stessi e dare così tregua all'esercito" di Mosca.

Tuttavia, ha concluso Prigozhin, un mese fa i wagneriani hanno smesso di ricevere munizioni e questo è diventato un ostacolo per la conquista di Bakhmut, che i fondatore della compagnia aveva pianificato per il 9 maggio. Ora Prigozhin dice che, solo per rispetto per l'anniversario della vittoria, la Wagner rimarrà ancora a Bakhmut fino al 10 maggio. "Poi – ha ribadito - andremo nei nostri accampamenti arretrati e lì aspetteremo fino a quando il popolo russo avrà di nuovo bisogno di noi".

Il Cremlino si è trincerato dietro un "no

comment". "Abbiamo letto sui media, ma non possiamo commentare perché riguarda l'operazione militare speciale in corso", ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.

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