Helen Mirren: amo il cinema ma la tv è meglio

da Roma

Chi l'ha detto che la ficion tv è la è la sorella minore -per non dire povera - del cinema? A vedere Helen Mirren, regina del grande come del piccolo schermo, il dominio dei due generi sembra egualitario. Con una propensione, anzi, per la parente povera. «Io preferisco di gran lunga la tv, rispetto al cinema- è l'inattesa confessione dell'attrice che ha vinto un Oscar interpretando la cinematografica Elisabetta II in The Queen, e la televisiva Elisabetta I nell'omonima fiction -. Io amo il cinema, adoro i grandi maestri italiani. Voi italiani dovete essere orgogliosi del vostro cinema, che da 30 anni influenza quello mondiale e che nessun vero cineasta può impedirsi di amare. Ma i lavori migliori, le sceneggiature più solide, gli autori più grandi li ho incontrati tutti facendo tv. E lo dico nonostante il mio Oscar».
Gentile, disponibile, garbata. Eppure concreta e inflessibile. Se non una vera regina, poco ci manca. «Anche se si tratta di due caratteri completamente diversi, c'è una continuità che lega le mie due Elisabette - considera, da vera esperta -. Simile è l'atteggiamento verso il proprio ruolo, in entrambe assunto con senso di autodisciplina e illimitata disponibilità al sacrificio. Sia la prima che la seconda inoltre non sono disposte a cedere la propria corona. Se innalzassero loro due statue a Londra, vedremmo quanto si somigliano: entrambe coronate a 25 anni, entrambe a lungo sul trono, entrambe certe di esserci finite per volere di Dio». Ma lei la vera regina Elisabetta l'ha incontrata? «Certo: alle corse ad Ascott. Ma è stato un rendez-vous privato. Posso dire soltanto che il the era ottimo. I tramezzini, invece, pessimi». Regali civetterie.
C'è infine da dire che, anche scesa dal trono, la Mirren appare professionista impeccabile. «Da vent'anni interpreto Jane Tennison nella serie britannica Prime suspect. Ma pochi ricordano che per sette anni decisi d'interrompere, proprio perché temevo che un giorno, sulla mia lapide, qualcuno scrivesse “Qui giace Jane Tennison”. Rischi d'immedesimazione ripetutisi con The Queen. «Dopo averlo girato giurai di non interpretare più un personaggio realmente esistito. È difficile esserne all'altezza; e se ti riesce, finisci per venirci identificato». Ma poi ha deciso di recitare il ruolo della moglie di Tolstoj, Sonia, in The last station, «perché, pur essendo vero, è stato molto romanzato».

E un bel ruolo comico, tipo quello di Calendar girls? «Presto girerò il mio primo film con mio marito, che è regista, Love runch, nel quale sarò la tenutaria di un bordello nell’Inghilterra degli anni Settanta. Non è proprio una commedia. Ma appena dico che la parte di mio marito la fa Joe Pesci, la gente comincia a ridere».

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