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"Ho comprato all’asta la foto di Madonna in posa osé, vorrei restituirgliela. Gratis"

Fabrizio Masoni se l’è aggiudicata al telefono per 30 mila dollari ("più 15 mila di spese"). Apre il pacco giunto da Christie’s e scopre che la star ha le gambe pelose

"Ho comprato all’asta la foto 
di Madonna in posa osé, 
vorrei restituirgliela. Gratis"

Dice il saggio: «Tira più un pelo di», con quel che segue. Dalla pelle al pelo l’itinerario di Fabrizio Masoni, 46 anni, industriale di Santa Croce sull’Arno, la patria del cuoio tra Firenze e Pistoia, era segnato. Ma la vera, insperata sorpresa il titolare della conceria Masoni l’ha avuta solo qualche giorno fa, mentre sballava il pacco che la casa d’aste Christie’s gli ha spedito da New York. Dentro non c’era solo l’opera Nude (Madonna) realizzata nel 1979 dal fotografo Lee Friedlander, pubblicata sei anni dopo su Playboy, aggiudicata lo scorso 17 febbraio a Masoni con un colpo di martello per 37.500 dollari, apparsa con opportune pecette e pixellizzazioni sui giornali dell’intero globo terracqueo, dal Los Angeles Times alla Nuova Sardegna, e cioè un’immagine nuda e cruda in bianco e nero, con panorama tricologico su pube e ascelle, della cantante Louise Veronica Ciccone, in arte Madonna, a gambe spalancate, nella posa plastica dell’Origine del mondo di Gustave Coubert, per capirci. C’era molto di più. «Guardi qua che roba. Lei è il terzo, dopo mia moglie e me, che la vede». Eh sì, in effetti la signora Ciccone, all’epoca ventunenne, presentava parecchi peli anche sulle gambe, al garretto in particolare, che nelle riproduzioni sui giornali non si notavano. Una vera e propria ipertricosi, si direbbe, e d’altronde la star ha il genoma mediterraneo, discende da emigranti italiani arrivati negli Stati Uniti da Pacentro (L’Aquila), «soprattutto all’epoca non si depilava, come tutte le donne trent’anni fa e come le francesi ancor oggi, refrattarie alla ceretta ascellare, al contrario di cantanti, calciatori e tronisti che si sottopongono a inenarrabili torture per diventare glabri e piacere di più, il che fa di questa fotografia uno straordinario spaccato sull’evoluzione dei costumi», estetizza Masoni.
Era segnato anche l’itinerario del conciatore dalla donna a Madonna: è nato l’8 marzo («ma da anni festeggio il compleanno al cinema per evitare le femministe che in quel giorno occupano i ristoranti e mi guardano storto, quasi che impedissi a mia moglie di associarsi a loro») e fin dalla pubertà ha sempre avuto una sana fissazione per l’altro sesso. Della consorte Federica Martini, una pittrice di Scandiano, il paese di Romano Prodi, che ha nove anni meno di lui e che gli fa anche da pierre, Masoni, abituato a non andare mai fuori tema, dice che s’è «innamorato a pelle». Espressione da intendersi in senso letterale: «Quando la vidi la prima volta, agosto 1996, al Bagno Annetta di Forte dei Marmi, fui attratto dai suoi sabot in pitone. Così bella la calzatura, così antipatica la proprietaria. Una stronza che parlava contemporaneamente con due telefonini».
Sarà. Ma quando quattro mesi dopo, il 5 gennaio, sempre al Forte, lei entrò nel ristorante Bistrot dove lui stava cenando con un amico, Masoni si ricordò benissimo anche della faccia, delle gambe e di tutto il resto. «La invitai al nostro tavolo. “Per chi mi ha preso? Guardi che ho già un posto prenotato”, mi rispose sdegnata. Non c’è problema: presi piatti, bicchieri, posate e traslocai al suo tavolo». La premessa non fu delle più galanti: «Antipatica che non sei altro! L’unica cosa che mi ricordo di te sono i tuoi sabot, l’estate scorsa. Saprei io come conciarti per le feste...». Federica Martini confessa che pensò: «Oddio, questo è un maniaco feticista che mi segue di nascosto!».
Pochi mesi dopo erano sposati. Insieme hanno fatto tre figli, aggiuntisi a Romeo, oggi diciottenne, che Masoni ha avuto dalla precedente moglie: Caterina, 9 anni, Giuseppe, 7, e Ludovica, otto mesi. «Il 23 luglio eravamo al cinema a vedere Il cavaliere oscuro, l’ultimo Batman. Lei mi fa: “Ho le doglie”. Impossibile, manca ancora una settimana, fammi finire il film. Alle 23 l’ho portata in ospedale. Poco dopo l’una è nata Ludovica. Ora noi ci si sarebbe un po’ fermati...».
Masoni ha chiuso anche con le donne - «ho sfarfallato parecchio prima d’incontrare Federica» - e giura che si dedica solo al collezionismo: borse per signora delle maison più famose («ne ho uno stonfo, tra qui in azienda e casa, le uso abitualmente, sono comode, chemmefrega se mi danno del gay, tanto ho quattro figli»), vestaglie dello stilista Tom Ford, quadri di Caesar, capannoni zeppi di corna, due carcasse di toro scolpite da un artista indù, boule de neige, persino il campionario di giocattoli erotici creati dalla fashion designer Sonia Rykiel per raccogliere fondi contro l’Aids. Quando ha informato la moglie che voleva comprare all’asta la foto ginecologica di Madonna, s’è sentito ribattere: «Sì, però te l’appendi dentro l’Hummer», che sarebbe il muscoloso fuoristrada parcheggiato davanti alla conceria.
Benché esperta di pubbliche relazioni, la signora non poteva certo immaginare l’interesse mediatico che avrebbe suscitato quell’immagine messa in vendita da Leon Constantiner, un collezionista ebreo di New York proprietario anche dei 59 ritratti nudi di Marilyn Monroe scattati da Bert Stern pochi mesi prima del suicidio dell’attrice. Un ottimo investimento, nonostante il prezzo esorbitante: considerate le misure della foto, 22 centimetri di larghezza per 33 di altezza, la pelle di Madonna è costata 516.000 dollari al metro quadrato, 25 volte più di quanto vale la medesima superficie sul mercato immobiliare a Portofino. «Mi hanno cercato giornalisti persino dal Giappone, trasmissioni tv, radio, ma non ho parlato con nessuno», mi fa sentire privilegiato Masoni. «’Un si ha miha tempo da perde’ in ciance, qui. Io ho un’azienda da mandare avanti».
Quanti dipendenti?
«Siamo in 25, me compreso. Età media 30 anni. Sta parlando col più anziano. Cinque sono tecnici, perché investo molto nella ricerca. Ho creato per primo al mondo la pelle metal free».
Vale a dire?
«Ci sono due tipi di concia: al cromo e al vegetale. La mia è una formula superiore, priva di metalli e biodegradabile, che ho creato per Ferragamo. L’ex vicepresidente degli Stati Uniti, Al Gore, ha chiesto a Ferruccio Ferragamo e al figlio James se potevano svelargliela. In pratica una borsa di pelle al cromo, se abbandonata nell’ambiente, si distrugge dopo non meno di 60 anni. Quella metal free c’impiega mezzo secolo di meno».
Per chi altri produce?
«Gucci, Tod’s, Cartier, Hermès, Dior, Yves Saint Laurent, Sergio Rossi... Spero di non dimenticare nessuno. Ah sì, i cantieri navali Cerri. Pelli speciali per la nautica, che resistono alla salsedine. Le mettono sugli yacht da 24 milioni di euro dei nababbi. Io non arrivo a quella cifra neppure in un anno: ne fatturo 17».
Da quanto tempo è collezionista?
«Dal giorno che ho conosciuto la mia seconda moglie».
La passione per Madonna quand’è nata?
«Nel 1987, allo stadio di Firenze. Ero in seconda fila. Per due ore lei guardò solo me. In casa mia non la sopporta nessuno. Lo scorso 6 settembre ho portato i miei figli a vederla in concerto allo stadio Olimpico di Roma. Caterina ha dormito per tutto il tempo».
Quanti cimeli madonneschi possiede?
«Questo è il primo. E anche l’ultimo».
Perché l’ha comprato?
«Sono un ottimista, come Berlusconi. Volevo costringere i giornali a parlare di un argomento leggero. Ci sono riuscito. Basta con tutte queste notizie sulla crisi! E Obama di qua, e Obama di là. Che poi quello lì secondo me l’affogano, s’è messo contro troppe lobby».
Ma secondo lei quanto durerà la crisi?
«Due anni da oggi. Alla fine la gente non cambierà più l’auto ogni sei mesi. E comprerà cose più belle».
Provi a descrivere la foto di Madonna.
«Oliviero Toscani l’ha definita una cagata. Per me è l’immagine femminile più rappresentativa degli Anni 70. E pensare che il fotografo Friedlander all’epoca versò all’improvvisata modella un cachet di soli 25 dollari. Allora la donna era bella così, non depilata. Che cosa sarà bello per tutti noi fra altri 30 anni?».
Mi racconti dell’asta.
«Mi trovavo per lavoro a Parigi. Ho partecipato via telefono, stando nella hall dell’hotel Costes. Christie’s mi aveva messo a disposizione una sua incaricata, Elizabeth. La base d’asta era di 10.000 dollari. Dai 13.000 in su ho avuto un solo avversario. Siamo andati avanti a rilanci di 1.000. A partire dai 20.000 dollari i rilanci erano di 2.000. Ventidue, ventiquattro, ventisei, ventotto... A 30.000 dollari l’altro s’è fermato e io ho cacciato un urlo».
Ma non erano 37.500 dollari?
«I 7.500 dollari sono i diritti d’asta di Christie’s. Aggiunga spese di spedizione e dogana. In tutto la foto m’è costata 45.000 dollari».
Ne valeva la pena?
«Sì. Se non altro per vedere la contentezza sul volto degli sconosciuti e l’invidia sul volto degli amici».
Con la crisi economica che c’è?
«È venuto un sindacalista a protestare: “Con quei soldi pagava lo stipendio per un anno a un operaio in cassa integrazione”. Gli ho risposto: vada a dirlo ai miei colleghi che licenziano e continuano a girare in Porsche. Io alle 6 sono in fabbrica. E me ne vo dai miei bambini alle 6 di sera perché sono cotto».
Nessun senso di colpa.
«Io non licenzio. Semmai assumo. La paga sindacale è di 1.000 euro mensili? Gliene do 1.300. Se alle 15 gli operai hanno finito di conciare i mille vitelli quotidiani, che vadano pure al mare, non li tengo qui a timbrare il cartellino. Se però Diego Della Valle mi ordina due colori urgenti, sono i primi a fermarsi. Ogni mese porto tutti a cena alla trattoria Da Benito, a Orentano, dove si mangia la più buona bistecca alla brace di tutta la Toscana, d’estate i villeggianti partono da Forte dei Marmi per venirla a mangiare».
Un padre padrone.
«A Natale gli regalo il buono da spendere alla Coop e i giocattoli che mia moglie va a scegliere da Amico Giò, i più belli, uno per ciascun figlio. Se ai miei dipendenti s’ammala qualcuno in famiglia, mica lo mando a curarsi all’ospedale di Fucecchio. Viene qui la stilista Frida Giannini? La porto a stringere la mano anche all’ultimo arrivato. Perché il successo di tutti è il successo di ciascuno».
Il sito Gay Wave l’ha definita «sposato e con 4 figli, incredibilmente non gay». Non si capiva se riferito a lei o ai suoi figli.
«A me, a me. Madonna è l’idolo dei gay e anch’io, nel mio piccolo, passo più tempo con gli omosessuali che con gli eterosessuali. Se nella vita fossi piaciuto alle donne quanto sono piaciuto ai gay... Purtroppo per loro non mi sono mai concesso. I gay isterici mi fanno rabbrividire. Ma quelli normali li considero geniali, perché sono maschi con il gusto delle donne».
David Letterman nel suo show ha commentato: «È uscita una foto di Madonna nuda. La foto è stata battuta all’asta per 37.000 dollari. Ma se puoi vederla nuda dal vivo al costo di una cena!».
(Ride). «Se è per quello hanno anche scritto che per molto meno si può sc...».
Perché Madonna si sarà fatta scattare una foto simile a 21 anni? Di solito a quell’età le ragazze pensano a laurearsi.
«Sapeva già dove voleva arrivare. Mi stupisce che da Christie’s non l’abbia comprata lei. Bisogna guardare ogni giorno da dove si è partiti».
Ma pensa che la rockstar sia stata contenta d’essere venduta all’asta come mamma l’ha fatta?
«Non credo proprio. Paolo Mieli, il direttore del Corriere della Sera, ha detto a Radiouno che ho fatto un’intelligente operazione di marketing applicato all’arte. L’ho ringraziato con una mail. Ma posso assicurare che lo spirito non era quello. E mi piacerebbe spiegare a Madonna che non sono un feticista. Se m’invita a cena, sono pronto a restituirle la foto. Gliela regalo».
Che cosa pensa del sesso?
«Una bella risposta chimica. Ma, dopo la prima volta, senza l’amore non sa di nulla, passata l’estasi ti fa schifo».
Se sua figlia a 21 anni volesse posare nuda, lei che direbbe?
«Se posasse per il calendario delle veline, significherebbe che non sono stato un buon padre. Ma se dietro ci fosse un progetto, non mi sentirei di criticarla a priori. Certo, se la pesco a fa’ ’n’orgia, la tronco».
Lo è stato, un buon padre?
«Il giorno che la notizia dell’asta è uscita sui giornali, Caterina è tornata da scuola e ci ha detto: “Ma voi collezionate materiale pornografico?”. Allora sua madre le ha fatto vedere i nudi del Velázquez, di Man Ray e anche la foto di Madonna. Non s’è stupita. “Però non mostratela a Giuseppe, lui ha solo 5 anni”, ha soggiunto».
La voce dell’innocenza.
«A novembre io e mia moglie siamo andati a Parigi, al Crazy Horse, per vedere Pamela Anderson, l’attrice di Baywatch, che interpretava Harley Davidson a cavallo di una moto, circondata da 20 ballerine bellissime. Ha cantato malissimo, ha fatto una figuraccia. Per me è quella la pornografia».
Madonna ha impartito l’ordine di non far leggere riviste e giornali ai suoi due figli, Rocco, 8 anni, e David, 3, adottato nel Malawi. Niente televisione, niente Dvd. Ci tiene che non vedano certe schifezze.
«Nei suoi panni farei lo stesso. Oggi ci vogliono regole. Caterina non guarda mai la Tv. In compenso sa a memoria I Vespri Siciliani e la domenica va a vedere tutte le opere liriche con la nonna al teatro Carlo Felice di Genova».
Pensa che ai figli di Madonna, quando saranno adulti, farà piacere apprendere che l’intimità della loro madre è stata battuta da un banditore?
«Secondo me se ne fregano».
Che cos’è per lei il pudore?
«Non lo conosco. Abbiamo avuto una domestica singalese, Assanti, che è scappata via, poverina, perché in vacanza a Porto Cervo giravo nudo per casa».
Madonna finora ha cambiato 13 uomini, fra matrimoni e relazioni ufficiali, più un presunto flirt con l’attrice-cantante Sandra Bernhard. Lei perché si ostina a restare sposato con sua moglie?
«Prima di conoscerla, ho cambiato molto più di 13 donne».
Adesso sono uscite le immagini smutandate di Madonna e del suo nuovo lolito ventiduenne, il modello brasiliano Jesus Luz, scattate da Steven Klein a Rio de Janeiro. Le toccherà dissanguarsi per mettere insieme tutta la sacra famiglia desnuda.
«La foto più bella ce l’ho già. Ora vorrei comprare qualcosa dell’eredità di Yves Saint Laurent».
Le sculture in bronzo del XVIII secolo?
«No, i suoi occhiali di bachelite nera».
(444. Continua)
stefano.

lorenzetto@ilgiornale.it

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