I «city manager» del futuro a lezione di videogame

Va bene la teoria, ma non basta. Per aiutare la formazione degli aspiranti city manager arrivano all’università anche i videogiochi. L’idea, una prima assoluta per l’Italia, è di un giovane professore dell’Università Cattolica di Roma. Che per il suo corso in economia e gestione dei servizi inviterà gli studenti ad allenarsi a colpi di SimCity Societes, ultimo capitolo di un superclassico dell’entertainment digitale. Un gioco che «stimola a prendere decisioni e aiuta la propensione alla creatività», come garantiscono dall’ateneo.
Gioco sì, quindi, ma per pensare alle cose serie e sperimentare la teoria, sottolinea il professore illustrando l’iniziativa a Roma con la presenza bipartisan dei parlamentari Gabriella Carlucci (Forza Italia) e Fiorello Cortiana (Verdi). Così, dopo una sperimentazione con un gruppetto pilota, il Cattolica Sim City Manager Project è destinato a diventare un campo di prova per gli studenti del corso.
Tra i compiti degli aspiranti city manager ci sono gli esperimenti di pianificazione urbanistica, dalla scelta delle infrastrutture a quella delle politiche energetiche, passando per l’arredo urbano, i servizi al cittadino e la questione sicurezza, per arrivare alle aree verdi e alla viabilità. Grazie al gioco, fa notare il professore, gli studenti possono lanciarsi nell’esperimento verificandone in presa diretta anche le conseguenze «sociali». Con tanto di cittadini imbufaliti in caso di errori che invece di migliorare la loro vita l’abbiano peggiorata.
Certo l’idea di usare un simulatore non è nuova, sottolinea Cicchetti. Da tempo si usano per esempio i simulatori di volo, e in medicina, per preparare gli anestesisti alla gestione delle emergenze, ci sono i cosiddetti simulatori biologici. In Italia però è la prima volta che si fa ricorso a un vero e proprio videogioco, nato per l’intrattenimento. Nel corso, SimCity Societes verrà usato come un vero strumento didattico, sia per aiutare nell’apprendimento mettendo in pratica le nozioni apprese durante le lezioni, sia per testare le capacità degli studenti con la possibilità di provare situazioni reali e affrontare imprevisti e problemi all’ordine del giorno nella vita di un’amministrazione pubblica.
L’obiettivo è anche «agganciare» l’attenzione dei ragazzi con un linguaggio che li coinvolge. Ma non solo. L’uso della simulazione, spiega un altro professore, Stefano Bozzi, docente di Finanza Aziendale nella stessa università, «consente agli studenti di approfondire nuove conoscenze e specifiche abilità, spingendoli e spesso obbligandoli a prendere delle decisioni, stimolando in loro l’attitudine al decision making, certamente rilevante nel profilo di un city manager».

E allo stesso tempo, aggiunge, «contribuisce a stimolare nello studente la propensione alla creatività , all’iniziativa e al problem solving, ma anche a tener presente che al fianco di ogni decisione ci sono effetti di tipo economico e anche sociale, che non possono essere trascurati».

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