I colpi di scure del ministro Calderoli per sfoltire 14mila provvedimenti

Il primo taglio drastico è arrivato con la manovra economica estiva. Via 7.043 leggi dello Stato, selezionate come inutili o troppo datate da un lavoro certosino fatto dal ministero della Semplificazione del leghista Roberto Calderoli. Un lavoro iniziato in realtà già negli anni precedenti, «senza però - spiegava divertito nelle scorse settimane il ministro taglialeggi - che qualcuno schiacciasse il bottone». Il bottone della «ghigliottina» delle norme anche secolari (alcune risalgono al 1700) è stato dunque premuto, e il lavoro non si esaurirà qui dal momento che rimangono in vigore oltre 14mila leggi, «troppe» per Berlusconi.
Tra i provvedimenti eliminati ce ne sono alcuni precedenti la Repubblica, come un codice sugli esami di maturità degli anni venti, più norme sulla guerra alle mosche, sull’utilizzo dei piccioni viaggiatori, sulla «disciplina dell’avanspettacolo». Chili e chili di carta che il ministro Calderoli ha detto di voler bruciare con un enorme falò come simbolo della semplificazione nel piazzale del ministero dell’Economia.

Tra le norme subito balzate agli occhi del ministero, quelle che regolamentano le comunicazioni con i piccioni, quelle sull’emergenza mosche, quella che regola gli spettacoli teatrali prima delle proiezioni cinematografiche e la disciplina che regola l’esame di maturità. Ma quella del ’29.

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