I FANTASTICI QUATTRO

C’è in giro entusiasmo. C’è in giro voglia di politica. C’è in giro un popolo, quello di centrodestra, che - anche quando parla di politica - è spesso allegro. Ai dibattiti sulle primarie dell’Unione, tanto per dire, di solito non succede. Soprattutto, ai dibattiti sulle primarie dell’Unione, spesso, si vede l’apparato, i politici di professione. A quelli del centrodestra, magari c’è pure l’apparato, che a volte non è neanche un granchè di apparato. Ma c’è anche il popolo. Che fa la differenza.
E il bello è che l’entusiasmo si coagula attorno a personaggi che non sono organici ai partiti. Anzi, forse, si coagula attorno ai candidati scelti dal centrodestra proprio perchè non sono organici ai partiti. Mentre l’Unione discute di primarie delle primarie e di candidature in bilico (al proposito è vergognoso il trattamento riservato al presidente della Provincia di Genova Alessandro Repetto, la cui ricandidatura non è mai stata ufficializzata), per una volta la Casa delle libertà ha fatto le cose per bene, scegliendo per tempo quattro candidati-chiave sulla scacchiera delle amministrative di primavera.
Di Enrico Musso candidato sindaco di Genova abbiamo parlato molto. Ma, scavando nella sua storia - umana, non politica o accademica - può riservare belle sorprese, con un’attenzione particolare agli ultimi, ai deboli. Non solo a parole. Insomma, Musso è uno che ha stupito e che potrà ulteriormente stupire. Come si conviene a un signore che con la politica c’entra poco.
Per quanto riguarda Renata Oliveri, candidata alla presidenza della Provincia, vale la sua definizione: «Io non sono super. Sono normale. Al massimo diesel». Diesel ecologico, però. Ecologico di quell’ecologia del pensiero che comprende il riconoscimento dei meriti dell’avversario: il fatto che, prima di attaccare Repetto, apprezzi la parte positiva del suo lavoro, le fa onore. É un atteggiamento da impolitica. E, infatti - nonostante sia stata assessore della giunta Biasotti e candidata alle politiche nelle liste di Forza Italia sapendo già in partenza che non sarebbe mai stata eletta a causa dei meccanismi della legge elettorale - Renata è una perfetta non politica.
Poi, Gianluigi Burrafato. La sua scelta per il Comune della Spezia è il vero colpo dadaista della Casa delle libertà ligure. Perchè Burrafato non è di destra, nè di centrodestra. Perchè stava fuori dalla politica da un decennio, dopo essere stato amatissimo sindaco socialista della città. Perchè è colto. Perchè sa parlare. E perchè l’idea di mettere il suo baschetto rosso a fianco di Silvio Berlusconi è comunque una rivoluzione della politica dei cloni del Cavaliere.
Infine, Mentore Campodonico. Che, è vero, fece politica, giovanissimo, nelle file della Dc. Che, è vero, è stato candidato alle scorse regionali nelle liste di Forza Italia. Ma che, a Rapallo, con i suoi modi felpati, il suo quasi chiedere scusa quando parla, il suo essere cattolico nei fatti e non nelle parole, la sua normalità da uomo della strada, è la scelta più impolitica che la Casa delle libertà poteva fare. E che, fortunatamente, ha fatto.


Ecco, con candidati così non è detto che si vinca ovunque. Ma si concorre ovunque. E, in Liguria, dopo anni di errori nella scelta dei candidati, è una rivoluzione copernicana. Non ci si crede ancora.
Sembra un fumetto. I fantastici quattro, ovvio.

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