nostro inviato a Bruxelles
La Commissione europea, e in particolare il responsabile del Mercato interno Charlie McCreevy, «sono pronti a esaminare la situazione» che si sta creando intorno alla fusione annunciata di Gaz de France e Suez, «alla luce delle preoccupazioni espresse dal governo italiano». La nota di Palazzo Berlaymont, sede della Commissione, giunge al termine dellincontro fra McCreevy e Giulio Tremonti. Il ministro dellEconomia, prosegue la nota, «ha informato il commissario circa i suoi dubbi sul rispetto di alcuni principi che regolano il mercato interno come il libero movimento di capitali, la non discriminazione e le clausole della direttiva sul market abuse». La fusione GdF-Suez, aggiunge il portavoce della Commissione, dovrà essere notificata a Bruxelles «prima che divenga operativa».
Sullaereo che lo riporta a Roma dopo la missione che potremnno definire «EE» (Enel Endorsement) - prima di McCreevy, il ministro ha incontrato il commissario alla Concorrenza Neelie Kroes - Tremonti suggerisce alle autorità comunitarie di non sottovalutare il caso Gdf-Suez-Enel: «Fossi nella Commissione europea farei qualcosa, altrimenti rischia di chiudere per non raggiungimento dello scopo sociale, che è il mercato unico», dice. La commissione, spiega, ha diverse strade davanti a sé: «Può far finta di niente, ma non credo che lo farà; può dire che lo spirito è violato, ma la legge no, e questo rappresenterebbe un fallimento». Oppure può esaminare con attenzione il memorandom che lEnel sta inviando in queste ore a palazzo Berlaymont, e che il governo ha sostenuto con il proprio appoggio. «Il primo passo è stato fatto, adesso attendiamo azioni e risposte, che comunque non sono mai immediate», aggiunge Tremonti che poi rivela di aver ricevuto una telefonata dal collega francese Thierry Breton il 21 febbraio, che linformava del progetto anti-Enel del governo di Parigi.
I primi contatti con la Kroes e McCreevy appaiono in linea con le aspettative italiane. Nel mirino del commissario irlandese cè già la normativa francese sulle Opa. E non appare casuale che il presidente della commissione José Barroso abbia messo in guardia i governi europei dalla retorica nazionalistica riguardo le fusioni di mercato o la protezione dei mercati: «Alcune cose che ho sentito di recente - dice - sono pessime per lEuropa, e pessime per i singoli Stati». Francia in prima fila, viste le critiche, anche interne, che hanno accompagnato il blitz del premier de Villepin e del ministro delle Finanze Breton. «La Francia si avvia a diventare il vicino scorbutico» in Europa, ha detto lamministratore delegato di Axa, Henri de Castries.
Ieri de Villepin ha parlato con Barroso, nel tentativo di spiegare la fusione government brokered fra Gaz de France e Suez. «Non è questione di protezionismo economico - ha poi spiegato il primo ministro francese in una conferenza stampa a Parigi -: quel che vogliamo è dare alle nostre aziende i mezzi per competere in maniera paritaria, nel rispetto delle regole della concorrenza. Le aziende francesi non crescono abbastanza in fretta - ha aggiunto - e spesso devono combattere per superare una certa dimensione. Lintervento del governo in questo caso è patriottismo economico, non protezionismo». Infine, de Villepin assicura che lepisodio Enel-Suez «non modifica ssolutamente i buoni rapporti tra Francia e Italia: le irritazioni passano rapidamente, e noi faremo tutto il necessario a questo fine».
In attesa degli sviluppi a Bruxelles, anche il consiglio di amministrazione dellEnel ha svolto ieri un esame approfondito del dossier Suez-Electrabel sotto gli aspetti industriale, finanziario, giuridico e istituzionale. Lamministratore delegato Fulvio Conti ha anche informato il consiglio dellazione del governo presso la Commissione europea.
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