È l«Ape regina» delle feste berlusconiane, si dice sia (o fosse?) la preferita. Alta, mora, incorreggibile accento straniero, modella evolutasi in attrice, Sabina Began è stata a lungo una presenza fissa alle serate organizzate dal premier a Roma e in Sardegna. Sulla caviglia ha tatuate due lettere, S.B., le iniziali del proprio nome ma anche di Silvio Berlusconi. È estranea allinchiesta della procura di Milano. Tuttavia le telecamere di Sky lhanno ugualmente portata alla ribalta. «Sono io la colpevole di tutto questo - ha detto a Paola Saluzzi - il presidente è una persona che non centra niente. Io sono qui per proteggerlo e lui non lo sa nemmeno. Lo amo veramente con tutta me stessa e gli sono grata di tutto».
È lei la donna con cui Berlusconi ha detto di avere uno «stabile rapporto daffetto»? Sabina Began non risponde («Non lo so, dipende da che cosa si intende per compagna») ma manifesta grande attaccamento al premier: «Ho organizzato spesso queste feste per farlo divertire, perché è una persona anche sola ma davvero bella, tutti lo descrivono come un mostro ma trovo sia una cosa ingiusta, è sempre il presidente del Consiglio. Non ci sono prove per dire che sia un mostro. Le orge sono una cosa inventata, completamente assurda, non esiste nulla di quello che si legge in questi giorni sui giornali. Voi italiani siete malati di sesso, altrimenti non scrivereste tutte queste cose».
Il bunga bunga? «È un codice tra me e Silvio, sono io il bunga bunga perché mi ritengo quasi una scimmia, voi non sapete che cosa posso fare...». Le telefonate tra le ragazze di Arcore? «Credo che farebbero qualsiasi cosa per andare sui giornali e farsi fotografare. Magari vedono Berlusconi come Paperino con i denari»: forse lattrice di origini slavo-tedesche (il cognome allanagrafe è Beganovic) pensava al deposito dei dobloni di zio Paperone, il quale però è un gran taccagno, a differenza del premier: «Quello che so - confessa lei - è che il presidente è supergentile con qualsiasi ospite, tutti lo adorano perché lui ama dare».
L«Ape regina» è così certa che in casa Berlusconi non si siano svolte orge che sarebbe pronta a testimoniarlo davanti ai magistrati, se fosse convocata. Ma Began ha avuto unesperienza burrascosa con i pm che si occupano del presidente del Consiglio. È lei stessa a rivelarlo nellintervista a Sky. Due anni fa venne sentita dagli investigatori di Bari nellambito dellinchiesta DAddario: era stata lei il tramite fra il Cavaliere e limprenditore Giampaolo Tarantini. «Sono andata dai pm a deporre. Stavo per firmare il foglio, lo leggo e cera scritto che il presidente va con le ragazze. Ma non era quello che avevo detto io, questa è la verità e lho fatto presente». Un tentativo di manipolare le sue parole redigendo un verbale falso? «Il pm è stato molto gentile con me, ma ho dovuto dire quattro volte che non avevo detto così, invece volevano che firmassi a tutti i costi. È la verità, lo giuro su mio padre che è morto. Sono stata lì a urlare, a piangere, a difendermi. Alla fine ho fatto riscrivere il verbale e ho firmato quello che volevo io».
Nel fascicolo di Bari gli inquirenti ipotizzavano per Sabina Began un ruolo simile a quello oggi attribuito a Nicole Minetti. Aveva conosciuto «Giampi» attraverso Elvira Savino, sua ex coinquilina ora deputata del Pdl. Tarantini poi portò a Palazzo Grazioli la DAddario. Quellinchiesta riecheggia in qualche modo nelle carte di Milano. Nel telefonino della ragazza brasiliana Michelle Conceicao dos Santos Oliveira (probabilmente una prostituta) che ospitò Ruby dopo il fermo dello scorso maggio compaiono i nomi di due persone già coinvolte a Bari ma estranee al filone milanese: «Massimiliano Verdoscia amico» e «Sandro Frisullo pulitico».
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