I mercatini se ne vanno, la rumenta resta

Alle 11.35 di mattina Antonio si pulisce le mani sul grembiule. Si allontana un momento dal bancone, scompare dietro una vetrina di frutta secca, noccioline, croccante e cioccolato e riemerge tenendo stretta una mazzetta di fogli con gli occhi iniettati di rabbia.
«Vede, ecco quanto abbiamo pagato. Sono 1.778 euro di plateatico, più 1.400 di gazebo per nove metri di superficie dal 1° dicembre al 25 dicembre e poi dal 26 al 31 dicembre altri 386 euro. E sa la cosa bella? Che gli abbiamo dato anche 50 euro per le pulizie. A banco. Faccia un po’ lei i conti di quanto si incassano il Comune e l’Amiu. Qui siamo in 154 e guardi un po’ intorno cosa c’è».
Rifiuti, materassi, bottiglie vuote, plastica, cartoni, vestiti luridi, stracci, tanfo.

Tende per gli zingari, cartoni che gli zingari usano come giaciglio, cespugli che gli zingari usano per stendere il loro bucato o per coprire sacchi di rifiuti, fontane che zingari e tutta la compagnia di disperati che gravitano da queste parti, usano come toilette personale. (...)

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