I ministri tecnici? Ci costano il doppio

La squadra di "non politici" di Monti percepirà retribuzioni duplicate rispetto a quella del Cav

I ministri tecnici? Ci costano il doppio

Roma Un governo snello, con po­chi ministri, sintonizzato sugli umori del Paese, ancorato all’im­perativo dell’austerity. È questa la parola d’ordine di queste ore,una sorta di mantra in grado di libera­re la mente dai pensieri, uno dei tanti leit motiv che fanno da colon­na sonora al nuovo corso «montia­no ». Inutile dire che è presto per giudicare un esecutivo di cui anco­r­a neppure si conosce il program­ma. Ma un primo calcolo è possibi­l­e farlo, alla luce della squadra pre­s­entata dal Professore.

Quanto co­sterà al contribuente il governo Monti?Più del doppio dell’esecu­tivo guidato da Silvio Berlusconi: circa due milioni e 800mila euro contro un milione e 400mila. Il motivo? Semplice, la squadra guidata dal neo senatore a vita è in­teramente composta da tecnici e questo alza notevolmente il «mon­te ingaggi » complessivo rispetto a una compagine «politica» come quella uscente nella quale i mini­stri parlamentari erano la stra­grande maggioranza. Vediamo le differenze nel dettaglio. Il gover­no Berlusconi era composto da 24 ministri (compreso Berlusconi): di questi 2 non erano parlamenta­ri, Ferruccio Fazio e Giancarlo Ga­lan.

Lo stipendio per un ministro­parlamentare è pari a 3.746 euro lordi per 13 mensilità, per un tota­le di 48.698 euro. Moltiplicando 48.698 per 22 ministri si ottiene: 1.077.296. Un milione e 77mila eu­ro, a cui bisognerebbe sottrarre lo stipendio di Berlusconi versato in beneficenza. A questo ammonta­re va aggiunta la retribuzione dei due ministri non parlamentari, quindi ai 3.746 euro lordi per 13 mensilità va aggiunta una inden­nità di 10.697 euro lordi per 12 mensilità. Per un totale di 177.062 euro annui da moltiplicare per due. Il totale delle retribuzioni del governo Berlusconi era quindi di 1.431.420 euro.

Il governo Monti, Professore compreso, è composto da 17 mini­stri. L’unico «politico» è lo stesso presidente del Consiglio, elevato al soglio senatoriale dal capo del­lo Stato. Moltiplicando la retribu­zione di 177.062 euro per 16 mini­­stri si ottiene la seguente cifra: 2.832.992. A questa cifra vanno ag­giunti i-48.698 euro annui del neo­premier per un totale di 2.881.690 euro. Almeno per il momento per­ché questa cifra è destinata a sali­re con la nomina dei sottosegreta­ri. Quanto all’ex commissario eu­ropeo, Monti come senatore a vita incassa in aggiunta anche 12mila euro lordi di indennità, più altri 12mila euro netti di rimborsi.

C’è, poi, un «effetto collaterale» indirettamente riconducibile al governo Monti, calcolato sul Gior­nale. it da Andrea Indini. La prose­cuzione della legislatura garanti­rà, infatti, a 350 parlamentari di prima nomina il vitalizio e ad altri 264 veterani consentirà di arric­chirlo in maniera significativa. I primi raggiungeranno la cifra di 2.412 euro al mese al compimen­to del 65esimo anno con un costo per le casse dello Stato di oltre 172 milioni di euro.

I parlamentari eletti nel 2006 e rinominati due an­ni dopo andranno invece in pen­sione a 60 anni con 4.202 euro al mese, con una ricaduta di oltre 465 milioni sulle tasche dei contri­buenti. Un conto salato che lo Sta­to si sarebbe risparmiato in caso di voto anticipato. Infine una curiosità. Il governo tecnico rischia di determinare un overbooking a Montecitorio. Nel­l’emiciclo, infatti, i posti da depu­t­ato sono soltanto 623 ma gli ono­revoli sono 629 senza il presiden­te. Normalmente qualcuno dei ministri è anche deputato per cui va a sedere sulle tribune del gover­no.

Ora 7 parlamentari si appresta­no a riposizionarsi in aula. Per ov­viare all’ «inconveniente» verran­no assegnati ai deputati segretari sei posti al banco della presiden­za. Uno stratagemma per evitare che agli ex ministri, oltre alla pol­trona, venga tolto anche lo scran­no.

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