I ristoratori in allarme: «Turisti spariti»

I ristoratori, sotto il Vesuvio, non si danno pace. Sei mesi fa le scene di turisti intenti a fotografare cumuli di immondizia ammassata ai bordi delle strade. Oggi la situazione non è cambiata granché. Le attività soffrono l’emergenza, e di quei turisti pochi si fermano a mangiare qualcosa nei loro locali. «C’è da piangere - ammette Antonietta C., proprietaria di un ristorante a Ercolano -. Ieri soltanto quattro persone si sono fermate qui. E così io sono costretta a licenziare i dipendenti». A pochi metri dai locali, poco frequentati, scheletri di cemento e animali randagi, specchio di una crisi profonda. «Va malissimo, è vero - riferisce un altro staff di ristoratori -. Dopo l’emergenza c’è stato un calo evidente di prenotazioni, per noi che facciamo ricevimenti all’aperto è un dramma». E c’è pure chi si lamenta per le tasse da pagare. Sul bancone ecco i bollettini della società che riscuote i tributi.

Il conto? «Tredicimila e passa euro - dice Daniele F. -. E in queste condizioni come facciamo a pagare?». A Napoli, intanto, leggero calo della quantità di rifiuti lasciati in strada: 2.300 tonnellate rispetto alle 2.700 di venerdì.

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