Per i rom si «bruciano» 12 milioni all’anno

Dodici milioni all’anno. Tanto costa al Comune di Roma la gestione dei 27 campi nomadi più o meno regolarizzati della capitale. Cifre da capogiro, soprattutto se moltiplicate per i 7 anni di giunta Veltroni. Soldi gettati dalla finestra, considerando il degrado degli insediamenti e le frotte di baby-mendicanti in centro e sulla metro. A fare i numeri è il presidente del gruppo misto al Comune di Roma, Fabio Sabbatani Schiuma, che ha messo in fila una serie di cifre, spulciando nei capitoli dei vari dipartimenti capitolini.
Per pulizia dei campi e manutenzione dei bagni chimici il V Dipartimento, quello che fa capo all’assessore ai Servizi sociali Raffaella Milano, ha stretto una convenzione con l’Ama, al costo di 1 milione e 480mila euro l’anno. Per la scolarizzazione dei bambini rom, il piano dell’XI Dipartimento, facente capo all’assessore alla Scuola Maria Coscia, nel triennio 2005-2008 prevede un esborso di 5.832.974,55 euro. Con l’Iva, sono 6 milioni e passa. Oltre 2 milioni all’anno. L’insediamento di Castel Romano, nel parco di Decima Malafede, è stato realizzato grazie ai fondi del Gabinetto del sindaco, e la gestione costa un milione e mezzo all’anno. Il campo di via di Salone, V Municipio, stesse dimensioni all’incirca di Castel Romano e stessi container, costa invece 630mila euro annui. Meno della metà. Come mai? «A Castel Romano manca l’allaccio alla luce, funzionano i generatori a gasolio - spiega Sabbatani Schiuma -. Basta a spiegare i costi raddoppiati? Non lo so. È certo, invece, che Salone vanta una guardiania 24 ore su 24, ben 27 telecamere a circuito chiuso (ancora non attivate, ndr). Insomma, abusivi a parte, un campo all’avanguardia. Altri sarebbe meglio raderli al suolo e basta».
Quelle finora elencate sono solo alcune delle voci di spesa. Bisogna aggiungere i campi estivi per i piccoli. Il trasporto scolastico, per il quale Trambus avrebbe riservato 31 mezzi speciali, oltre a 5 affidati alle coop. Poi i corsi di formazione per adulti, i buoni scuola, il finanziamento di feste musicali e attività culturali, i rifornimenti idrici. Tutto moltiplicato per i 27 campi. Salviati Uno e Due, Arco di Travertino, Barbuta, Tor de’ Cenci, Cadoni, Lombroso, e così via. «Contando anche le coop per le attività più disparate, che figurano in una miriade di determinazioni, e tirando le somme - calcola Sabbatani Schiuma -, si può stimare che la voce nomadi gravi per non meno di 12 milioni l’anno sulle casse capitoline. Senza dimenticare che per i 4 villaggi della solidarietà il Campidoglio ha stanziato altri 12 milioni». Solo quest’anno, quindi, in bilancio 25 milioni. Un fiume di quattrini, tale da mandare in tilt il servizio di straordinario dei vigili urbani, l’assistenza ai senzatetto, la manutenzione di strade e verde nei municipi. E tutto, senza la benché minima speranza di risolvere il degrado e l’invasione inarrestabile di nomadi.
Eppure l’invasione si potrebbe fermare.

«Basterebbe applicare una direttiva europea in vigore dall’aprile 2006 - afferma Schiuma - che prevede l’espulsione per chiunque non dimostri di avere i mezzi di sussistenza per vivere in modo dignitoso. È una misura molto più efficace dell’allontanamento per reati penali».

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