I terremoti controllati dalla rete del Nord Ovest

Vale 2 milioni di euro la nuova rete sismica dell'Italia Nord Ovest. Presentata ieri a Genova, nasce dalla collaborazione dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e il Dipartimento di Fisica di Genova. 40 stazioni disseminate sull'Arco Alpino e l'Appennino Nord Occidentale e, ovviamente, su tutta la fascia costiera Ligure, regione di interesse sismico piuttosto elevato. A questo sistema di stazioni gestito dallo staff di Claudio Eva, Docente Ordinario del Dipartimento di Fisica, sono connesse anche le stazioni sul confine della rete francese e di quella svizzera.
La Pianura Padana è invece tagliata fuori, in quanto zona a bassissima sismicità. «Il nuovo sistema - ha spiegato Claudio Eva - consente di operare un monitoraggio in tempo reale. Anche in assenza di personale, la segnalazione di eventi che devono destare allerta funziona in maniera collaudata, in stretta collaborazione con la Protezione Civile e gli altri Enti preposti alla sorveglianza e al controllo». La prima stazione sismica di Genova fu installata nel 1962-63. Costò 17 milioni di allora, cifra con la quale si poteva comprare un appartamento di 200 metri quadri in Corso Italia.
Allora si usava la carta fotografica per visualizzare il classico tracciato sismico prodotto dai terremoti, poi si passò alla carta normale, quindi ad un sistema termo-analitico, poi a quello analogico misto a digitale ed ora finalmente siamo al digitale puro. Insomma la Tecnologia si è evoluta, ma non solo quella: a braccetto con lei ha fatto strada pure il progresso Scientifico (i modelli con cui si ricostruisce la dinamica di un terremoto e, soprattutto, lo studio del che cosa lo ha generato).

«Con l'attuale rete siamo riusciti a registrare persino qui da Genova, per ben 12 ore, l'ultimo terremoto in Cina: ci son state onde sismiche ha hanno girato per ben 10 volte per il mondo». Insomma, dai micro micro-terremoti ai grandi sismi: nulla potrà passare inosservato.

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