I timori di Berlusconi per le amministrative: in arrivo veleni dai Pm

RomaLibia e non solo. Perché se negli ultimi giorni Silvio Berlusconi si è convinto di aver in qualche modo ripreso la partita libica - arginando le smanie di Nicolas Sarkozy e preparando il terreno per un’eventuale «fase due» durante la quale potrebbero finalmente tornare in campo le diplomazie - sul fronte interno restano molti i dossier aperti. Soprattutto in vista delle ormai imminenti amministrative. Che, lo sa bene il premier, saranno non poco condizionate dal via libera la processo Ruby che si aprirà a Milano il 6 aprile con grande battage mediatico. Insomma, ancora una volta - è la convinzione di Berlusconi - la campagna elettorale sarà «pesantemente condizionata dalle procure». D’altra parte, nonostante non fossero più di un centinaio di persone la protesta di ieri a Firenze a suon di vuvuzelas lascia presagire quel che succederà nei prossimi mesi.
Ecco perché il presidente del Consiglio sta pensando a una serie di iniziative per rilanciare l'immagine del governo e della maggioranza, iniziative sulle quali con ogni probabilità metterà la faccia in prima persona nonostante le vicende giudiziarie. E con le quali ha comunque intenzione di «ribattere» a chi cavalcherà quella che Berlusconi non esita a definire «una vera e propria montatura». Non è un caso che ormai da giorni il Palazzo di Giustizia di Milano sia presidiato in modo permanente dai sostenitori del Cavaliere. Che oggi si sono mobilitati in vista di domani, quando Berlusconi potrebbe essere in aula per l’udienza Mediatrade. «Lunedì - si legge nell’sms fatto girare dal Pdl lombardo - il nostro presidente sarà al tribunale di Milano. Ti aspettiamo per dimostrargli il nostro affetto».
Sondaggi alla mano, però, il premier non sottovaluta il rischio che «la campagna mediatico-giudiziaria» possa sortire degli effetti. La partita elettorale, infatti, si gioca tutta su Milano, Napoli, Torino e Bologna. Nelle ultime due dovrebbe farcela il centrosinistra, nelle prime il centrodestra. In verità, però, qualche timore Milano inizia a suscitarlo. Gli ultimi sondaggi danno Letizia Moratti al 48%, con il rischio dunque di non spuntarla al primo turno. E ad Arcore non vedono per nulla bene l’ipotesi di un ballottaggio a giugno inoltrato (il 21 e 22) con molti elettori del centrodestra - notoriamente poco avvezzi a tornare alle urne a breve distanza - che potrebbero preferire la gita fuori porta alla cabina elettorale. Una problema, questo, di cui il premier ha intenzione di occuparsi in prima persona. Mentre sempre sulla partita delle amministrative pesa il fatto che Giorgio Napolitano abbia deciso di partire per gli Stati Uniti senza prima controfirmare il cosiddetto decreto «omnibus» che, tra le tante misure, contiene anche quella dell’allargamento del numero di consiglieri comunali e assessori nelle città con oltre diecimila abitanti. Non un dettaglio nelle ore in cui si decidono liste elettorali e poltrone. Tutti argomenti che potrebbero essere discussi domani sera nella consueta cena del lunedì in compagnia di Umberto Bossi. Che proprio ieri ha mandato messaggi piuttosto distensivi in vista della campagna elettorale.

Non tanto perché ha ribadito l’asse con il Cavaliere, quanto perché, sollecitato dai giornalisti sulla materia, ha preferito non fare polemiche sulla nomina di Saverio Romano all'Agricoltura. Una scelta che certo gli sarà pesata.

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