Vibreranno ancora i violini della speranza. E lo faranno a Palazzo Tursi stasera a partire dalle ore 21. Il cortile del porticato diventa così il palcoscenico naturale dove far riecheggiare le melodie degli strumenti che i musicisti ebrei, nell'epoca nazista, suonavano nei ghetti e nei campi di concentramento. L'appuntamento - inserito all'interno della settimana internazionale dei Diritti, dedicata quest'anno ai «Giusti», alle persone che poste di fronte alle ingiustizie della storia hanno saputo reagire - si sdoppia con «I violini della Shoah 1» dove Elena Loewenthal incontrerà Amnon Weinstein. Lei, insegnante di cultura ebraica presso la facoltà di Filosofia dell'Università Vita Salute -San Rafaele di Milano, da anni impegnata a lavorare sui testi della tradizione ebraica e sulla letteratura d'Israele, saluterà intervistando mercoledì sera il liutaio israeliano Amnon Weinstein, noto nel mondo per l'attenta ricerca, che gli ha permesso di collezionare violini suonati da prigionieri nei campi di concentramento nazisti. Amnon li ha restaurati e ha raccolto le storie dei loro proprietari. Un modo dunque per «riportare in vita», a Genova ma anche in Israele e all'estero, la loro musica e ricordare gli orrori della Shoah. Il musicista ne ha ritrovati e ristrutturato decine, ricostruendo anche il vissuto dei loro proprietari, condannati a esprimere la bellezza della musica mentre erano sommersi da ben note vicende storiche. «Ad Auschwitz i nazisti permettevano si suonasse solo musica allegra. Essere selezionati per le orchestre in determinate occasioni di festa, significava avere la certezza che si sarebbe sopravvissuti per un altro giorno» ha spiegato in una sua recente intervista Amnon. Musiche, parole e storia sono dunque il filo conduttore della serata di mercoledì sera, che continua alle 22.30 con il concerto di Cihat Askin. L'iniziativa inserita nell'ambito de «I violini della Soha 2» rappresenta il secondo appuntamento in calendario a Tursi sul tema: violini e musica e shoah. Cihat, considerato il più grande violinista turco - nato a Istanbul -, è tra i più importanti concertisti della scena mondiale, impegnato in un progetto di educazione e formazione musicale per i giovani del suo paese. Tra i numerosi i riconoscimenti avuti anche il premio internazionale «Foyer des Artistes» di Roma del 2002. La serata si concluderà nel cortile di palazzo Tursi con Gulag, intervista a Grigorij Pomeranc nel reportage di Giorgio Fornoni.
Una testimonianza diretta quella di Grigorij Pomeranc - uno degli ultimi sopravvissuti dei campi siberiani di Kolima, dove scomparvero quasi 3 milioni di persone - che chiude la rassegna dedicata al tema delle deportazioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.