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Ibra, bacio alla maglia Uno a Moratti: "Grazie"

Lo svedese presentato a Barcellona. "Da mesi ero d’accordo con lui: addio solo se chiama il Barça. Però sono più felice qui". E il presidente: "Milito? È il più forte"

Ibra, bacio alla maglia 
Uno a Moratti: "Grazie"

Boston - Adesso si sta facendo largo questa tesi: vuoi vedere che la cessione di Zlatan Ibrahimovic è stata la mossa vincente?
Lo svedese ha voltato pagina, frettolosamente. Ieri sera è stato presentato dal Barcellona, gli hanno subito messo in mano la nuova maglia blaugrana numero 9 e lui che ha fatto? L’ha baciata. Tempo: pochi secondi. Poi, per fortuna, ricorda Moratti: «Nessun presidente ha fatto tanto quanto ha fatto lui per me». Forse anche perché gli ha dato il via libera per la Spagna: «Avevo da mesi un accordo con Moratti, gli avevo detto che solo il Barcellona se voleva poteva acquistarmi». Ma ha parole di miele anche per i compagni e i tifosi: «Mi hanno aiutato e anche io credo di aver aiutato loro...». Poi, l’ammissione: «Mi spiace essere andato via, ma sono più contento qui: è un club speciale».

Ibra volta pagina dunque, ma anche l’Inter: ed entrambi pensano sia stata la scelta migliore.

A Milano ci credono davvero, dopo le delusioni contro gli studenti americani della Ucla, i messicani dell'America e i londinesi del Chelsea, è bastato battere il Milan per prendere la rincorsa e volare alti. Ci sono dei precedenti, squadroni che dopo la cessione del loro pezzo pregiato si sono ritrovati più forti e compatti, meno dipendenti da un singolo e alla fine più squadra. Basta crederci, il Barcellona potrebbe essere un esempio da seguire. E pensare che non è neppure calcio d'agosto. La prova d'assieme della squadra però è piaciuta, c'è più partecipazione. Prima era tutto finalizzato per Ibra e quello iniziava a saltellare e far sparire la palla sotto la suola. Adesso c'è più lavoro di gruppo e se Milito è quello che si è intravisto in quei 77 minuti in cui Mourinho l'ha tenuto in campo, c'è poco da rimpiangere il passato.
Intanto il presidente ha tirato un sospirone. Se dopo quell'ambaradan di operazione con il Barça steccava subito alla prima col Milan, chissà quali sfinimenti sarebbero iniziati dalle parti di Galleria de Cristoforis. Invece adesso la fila di giornalista sarà sempre lì a stazionare, ma perlomeno sarà per fargli i complimenti, iniziati subito dopo il fischio finale di Jorge Gonzales.

Raggiante, prima sfila davanti al muro dei giornalisti e fa segno che non parlerà, poi alla prima supplica si ferma e sorride: Massimo Moratti a Foxborough ha trattenuto a stento la sua soddisfazione, questa Inter gli è piaciuta, ma proprio tanto: «Mi sembra che la squadra si sia mossa bene - è partito da lontano il presidente -. Sono molto contento di Milito che tra i nuovi mi è sembrato il più forte. Naturalmente spero di poter dire altrettanto degli altri al più presto. Doveva essere una partita che ci serviva per capire le possibilità di questa squadra e io devo segnalare che ho visto un senso di disciplina in più rispetto al passato. Ma non avevo dubbi, Mourinho è una persona esigente e li fa lavorare bene».

Adesso il presidente non vorrebbe più allontanarsi, il primo derby della stagione è suo e allora si può anche rispondere con una battuta a José Mourinho che ha scherzato sulla Champions League: «Ha detto che se la voglio questa coppa lui ne ha una copia da darmi? Beh, se è per questo io ne ho due originali».
Un trionfo.

La squadra si è mossa bene, il presidente ha ragione, e la vittoria in un derby è sempre un grande contributo all'autostima. Julio Cesar, due parate mica male, elogia tutti, soprattutto i nuovi arrivati: «Mi sembra che Lucio, Thiago Motta e Milito abbiano fatto una grande partita. Anche Cech... Chi è Cech? Ma è Toldo col caschetto, come il portiere del Chelsea. Adesso lo chiamiamo così, ma lui non se la prende, è uno che sa stare allo scherzo. Eto'o? Adesso arriva e saremo ancora più forti»

Maicon mette a tacere le voci: «Questo gruppo è fantastico e di chi se ne è andato io non voglio parlare. Anzi, non me ne frega niente. Sono molto contento. Provo gioia a stare in campo, è proprio così, infatti dovevo giocare solo il primo tempo ma poi nell'intervallo Mourinho mi ha chiesto se gli facevo un altro quarto d'ora e l'ho accontentato subito».

Zanetti si proietta sui primi impegni: «Io credo che non ci saranno difficoltà per Eto'o a integrarsi con Milito, sono giocatori intelligenti. Adesso abbiamo la consapevolezza che possiamo giocare un grande calcio». Severo con se stesso Thiago Motta: «Non so se mi sono piaciuto, so invece che devo ancora migliorare».

Sono stati solo 90 minuti, ma non c'è più solo Ibra da cercare, sia in campo che nel dopo partita, non è un'Inter più forte o un’Inter più debole, è un'altra Inter, come dice Mourinho, magari più squadra.

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