Ifil, la cassaforte di casa Agnelli riapre i dossier investimenti

Pierluigi Bonora

da Milano

Nella cassaforte di Ifil è custodito circa un miliardo, una liquidità consistente che permette alla holding presieduta da Gianluigi Gabetti di «guardare con ragionevole ottimismo al prossimo futuro». In attesa che il management scopra le carte «sulle iniziative più disparate che potrebbe adottare» in vista dell’ingresso delle banche nel capitale della controllata Fiat, l’estate servirà all’amministratore delegato Daniel John Winteler per mettere a fuoco gli obiettivi su cui destinare gli investimenti. La prudenza, comunque, è la parola d’ordine in via Matteotti perché, come ribadito da Gabetti all’assemblea degli azionisti, «è facile fare errori». Il 2005, infatti, ha visto Gabetti preoccuparsi, tra le altre cose, di portare a termine il rafforzamento del legame con la banca Sanpaolo Imi, di cui ora Ifil detiene il 6,3% del capitale ordinario, proprio in vista dei nuovi equilibri che si andranno a formare nell’azionariato della Fiat. L’asse con il gruppo bancario, che secondo fonti finanziarie non sfocerà in un patto di sindacato, servirà a dare più forza alla «torinesità» dei due soggetti, logicamente anche in funzione degli sviluppi in casa Fiat. Sarà comunque il 2006, alla luce dell’attesa svolta al Lingotto, l’anno che vedrà via Matteotti dare un seguito alle riflessioni in atto. Al centro dello «shopping» ci sarà il quartier generale di Torino. Nessuna novità, invece, sarebbe prevista dalle strutture costituite recentemente a New York e Hong Kong alla scopo di contribuire alla ricerca di nuove opportunità negli Stati Uniti e nell’area asiatica. Tra i settori su cui la holding ha puntato i riflettori ci sono il turismo e il rilancio delle strutture ricettive nel Mezzogiorno. È dei mesi scorsi, in proposito, la partecipazione di Ifil al progetto di privatizzazione di Sviluppo Italia Turismo insieme a Banca Intesa e al gruppo Marcegaglia.
E sempre al Sud l’attenzione di Ifil è caduta su una delle realtà in maggiore espansione: il cantiere nautico Aicon di Giammoro, vicino a Milazzo. La trattativa per l’acquisizione del 25% della società (un’operazione da 30 milioni) che si prepara a debuttare in Borsa tra due anni, si è però arenata.

«In molti ci hanno corteggiato tra società d’investimento e banche d’affari - spiega al Giornale Lino Siclari, presidente della società produttrice di motoryacht di lusso - e noi abbiamo scelto Ifil per ragioni di visibilità. A un passo dalla chiusura si sono però presentati problemi sulla gestione degli aspetti della corporate governance. La trattativa resta però aperta».

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