Ogni volta che un pericolo minacciava lantica Roma, il popolo sacrificava i frutti della primavera agli dei e un gruppo di giovani lasciava la città dei padri per fondare con le proprie forze una nuova comunità. Lofferta sacra era detta Ver Sacrum. Nel gennaio del 1898 una nuova rivista fa propria quella denominazione per sottolineare il distacco di una innovativa realtà pittorica dalla matura civiltà artistica di fine secolo. Il nuovo mensile viennese conta su un fondatore già noto per aver dato vita alla Sezession. È Gustav Klimt che lanno prima si è staccato dallAssociazione ufficiale dei pittori per creare una nuova congrega desiderosa di contrastare lappiattimento estetico e culturale dellAustria di quegli anni. La Secessione viennese, come da tutti sarà ricordata, non prende le distanze dalla tradizione ma si scaglia contro la mercificazione dellarte. Nel rispetto della «vera arte» scevra da compromessi e pregna di emozioni interiori, la rivista della Secessione ha il compito di accogliere nelle sue pagine i nomi più innovativi della cultura letteraria e artistica europea tra i quali anche litaliano Segantini e il francese Rodin.
Marina Bressan, germanista, e Marino De Grassi, bibliofilo e collezionista, ci riportano nel clima di quegli anni attraverso la mostra Nel segno di Klimt. Ver Sacrum alla Biblioteca Angelica fino al 28 aprile. Lesposizione presenta i manifesti della Secessione e lintera raccolta della rivista, un totale di 120 fascicoli che sono tra i più riusciti esempi di arte grafica in assoluto; una mirabile fusione di diverse discipline che va a formare un prodotto raffinato.
Galleria Angelica, via S. Agostino, 11. Orario: lunedì-venerdì 10-13, 15.30-18.30; sabato 10-13. Ingresso gratuito.