Pretendono il documento che attesti il loro status di rifugiati politici ma, per dare unaccelerata alla lentezza della burocrazia, da ieri mattina e fino alle due del pomeriggio, oltre cento immigrati libici del «Care» (Centro accoglienza richiedenti asilo) di Bari hanno assaltato polizia e carabinieri, bloccato strade e binari della ferrovia e, tenuto in ostaggio migliaia tra automobilisti e passeggeri delle Fs. E, mandato allospedale una cinquantina tra poliziotti e carabinieri, feriti dal lancio di sassi e dai colpi di spranga dei neri ma, anche semplici passanti e giornalisti.
Il bilancio degli scontri è gravissimo: oltre cinquanta tra poliziotti, carabinieri e finanzieri sono finiti inospedale per le ferite riportate durante la guerriglia scatenata dagli extracomunitari, provenienti nei mesi scorsi da Lampedusa. In pronto soccorso è finita unaltra ventina di persone, semplici passanti e cronisti. Durante la sommossa provocata da gli immigrati, nordafricani e qualche libico, medici e operatori del 118 sono intervenuti sul posto per curare gli automobilisti divenuti oggetto di un fitto lancio di sassi da parte dei dimostranti oppure intossicati dai lacrimogeni sparati della polizia.
I «ribelli» hanno distrutto tutto ciò si sia materializzato lungo il loro percorso: cassonetti della spazzatura dati alle fiamme, auto private e delle forze dellordine distrutte a colpi di spranga e di grossi sassi. Inutili anche i tentativi dei della Questura di Bari che hanno cercato di convincere i capi rivolta ad abbandonare strade e ferrovia. La risposta è stata di tipo ricattatorio: «Prima i documenti e poi andiamo via». Un poliziotto ha commentato amaramente laut aut dei dimostranti. «In questo Paese aspettiamo dei mesi per una Tac oppure per ottenere un documento ma nessuno reagisce come stanno facendo oggi gli immigrati, dando alle fiamme uffici e cose dello Stato o private. E noi siamo a casa nostra». Alla fine «solo» una trentina di libici è finita in Questura per accertamenti.
Gli scontri sono esplosi nella zona vicina al Care, nei pressi dellaeroporto militare di BariPalese. Gli immigrati sono fuggiti dal Centro di accoglienza e hanno invaso i binari della ferrovia che passano a ridosso del perimetro del Cara. Gli stranieri hanno invaso anche la statale 16 bis su cui si concentra gran parte del traffico automobilistico barese. Poliziotti, carabinieri e finanzieri in assetto antisommossa si sono fronteggiati con i dimostranti, cercando di disperderli tra le vicine campagne. Prima dellarrivo dei rinforzi, le forze dellordine sono state costrette in qualche caso ad arretrare sotto la furia dei rivoltosi «fuggiti dalle loro guerre civili, ma per portarla in Italia», commentava rassegnato un funzionario della Questura barese.
La protesta è terminata grazie alla mediazione del prefetto vicario, Antonella Bellomo e che ha promesso un vertice in Prefettura per domani in cui esaminare le loro richieste.
In serata, stavolta a Crotone, altri incidenti. Una trentina di immigrati del Centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto (Crotone) sono evasi inscenando una protesta allesterno della struttura. Anche qui scontrandosi con le forze dellordine.
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