Le imprese: «Via al tavolo auto» Ma i sindacati prendono tempo

Parte con il freno tirato la trattativa tra Federmeccanica e i sindacati sulle regole per il settore auto. Gli imprenditori hanno proposto un tavolo dedicato, il 5 ottobre, ma Fim e Uilm non lo ritengono una priorità, anzi insistono sulla necessità di trovare una soluzione nell’ambito del contratto nazionale - quello sottoscritto nel 2009 senza la Fiom - utilizzando sì lo strumento della deroga, ma applicandolo a tutti i settori.
Sullo sfondo, c’è il modello Pomigliano: lo stabilimento per il quale Fiat ha chiesto e ottenuto proprio da Fim e Uilm condizioni di lavoro più flessibili. E l’ad Sergio Marchionne ha minacciato di portare il Lingotto fuori da Confindustria se entro fine ottobre non sarà definita la cornice contrattuale che consentirà l’applicazione di quell’accordo senza contestazioni. La posta in gioco è alta: ne va dell’attuazione del progetto «Fabbrica Italia».
Ma i numeri uno di Fim e Uilm, Giuseppe Farina e Rocco Palombella, sono convinti che le soluzioni alle esigenze del Lingotto possano essere trovate senza bisogno di un tavolo specifico, semplicemente lavorando sulle deroghe al contratto nazionale. Nessuna aperta rottura, però: le organizzazioni si sono riservate una risposta alla richiesta di incontro del 5 ottobre, ma intendono proseguire, sia pure con paletti precisi, a discutere sull’attuazione del contratto in tutte le sue parti: il calendario è già fissato: il 21, il 22 e il 29 settembre.
Resta fuori, prevedibilmente, la Fiom, che non ha firmato l’intesa del 2009, quindi non è stata convocata, e ha definito l’incontro di ieri, per bocca del presidente del comitato centrale Giorgio Cremaschi, «una penosa sceneggiata». Ma subito dopo è arrivata la bacchettata di Guglielmo Epifani, leader della Cgil: una sorta di discorso d’addio - il suo mandato scadrà il 20 settembre - in cui ammonisce le «sue» tute blu a lasciare la strada senza ritorno dell’isolamento. È necessario «non lasciare sola la Fiom - ha detto - ma anche che la Fiom non si isoli. Perché, su quella strada, la Fiom sarà sconfitta e trascinerebbe nella sconfitta anche la Cgil», ha concluso.
Oggi, intanto, i metalmeccanici torinesi che aderiscono alla Federazione lavoratori metalmeccanici uniti-Cub, monteranno un presidio davanti al Lingotto, per contestare i lavori dell’assemblea straordinaria degli azionisti Fiat, chiamata ad approvare l’operazione di spin-off, a cui - unica sigla sindacale fra tutte - sono contrari, perché la ritengono una manovra preventiva alla fusione con Chrysler e al trasferimento del quartier generale della Fiat a Detroit.
Buone notizie, infine, sul fronte della cassa integrazione: il tiraggio è sceso al di sotto del 50%.

«Un record per l’anno in corso - si legge in una nota dell’Inps - e per i confronti con lo scorso anno, quando il tiraggio si fermò al 65,2%: due ore di cig utilizzate ogni tre autorizzate. Tra gennaio e giugno 2010 nemmeno un’ora su due viene usata dopo averla richiesta».

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