Indagato per smog: è il turno di Penati

Fin dall’inizio, era chiaro che sarebbe arrivato anche il suo turno. E così è stato. L'ex presidente della Provinci, finisce nel registro degli indagati assieme al suo successore, Guido Podestà, al sindaco Letizia Moratti e al governatore Roberto Formigoni

Fin dall’inizio, era chiaro che sarebbe arrivato anche il suo turno. E così è stato. Filippo Penati, ex presidente della Provincia, finisce nel registro degli indagati assieme al suo successore a Palazzo Isimbardi, Guido Podestà, al sindaco Letizia Moratti e al governatore Roberto Formigoni. Ancora un «atto dovuto» da parte dei magistrati che nelle scorse settimane hanno aperto un fascicolo sulle presunte responsabilità degli enti locali sull’inquinamento dell’aria. Anche nel caso di Penati, ad essere contestato è l’articolo 674 del codice penale: «Emissione di gas, di vapori o di fumo atti a molestare persone». In altre parole, anche Penati, nel corso del suo mandato, non avrebbe preso provvedimenti sufficienti per tutelare la salute pubblica.
E l’elenco degli indagati per «smog» - in un’inchiesta nata in seguito a due esposti presentati dal Codacons, il primo nel 2005, l’ultimo alla fine dello scorso anno - si allarga anche al sindaco di Legnano Lorenzo Vitali (Pdl). Secondo la legge, infatti, dei problemi legati all’inquinamento rispondono anche i sindaci dei comuni che hanno una popolazione superiore a 50mila abitanti. La Procura, intanto, continua a scorrere l’enorme mole di documenti e relazioni acquisiti nel corso dell’ultimo mese e mezzo, in Regione, Comune e Provincia e all’Arpa. Ultimo in ordine di tempo, lo studio condotto da Paolo Crosignani, direttore dell’Unità complessa registro tumori ed epidemiologia dell’Istituto dei Tumori, sulla mortalità a breve termine a causa dei livelli di inquinamento. Crosignani è autore di un’indagine sugli «effetti della riduzione dell’inquinamento atmosferico sulla salute umana». Secondo il medico, se il livello dello smog fosse ridotto del 10 per cento, si potrebbero evitare tre decessi al mese legati a malattie provocate dalle polveri sottili.

Anche perché, secondo lo studioso, la principale fonte di particolato nell’ambiente urbano è costituita dal traffico veicolare, e il particolato è in grado di provocare infiammazioni delle parti profonde del polmone, alterare la coagulabilità del sangue e penetrare nel sistema circolatorio. Arrivando a provocare patologie croniche.

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