Indulto, il giallo delle cifre: fuori in 29mila

Anna Maria Greco

da Roma

L’indulto fa dare i numeri al Dap. Quanti sono i detenuti scarcerati per il provvedimento di clemenza approvato a luglio? Il doppio di quelli previsti, risponde il ministero della Giustizia: 29.507. Anzi, no: 17.449, secondo le previsioni. Il Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria fornisce una prima cifra, sbaglia, si corregge, rettifica ancora. Interviene allarmato il premier, da Algeri: «No, non è il doppio». E Romano Prodi ricorda che l’indulto «è stato un atto del Parlamento preso a larga maggioranza».
Insomma, da oltre 29 mila scarcerati si scende drasticamente a oltre 17 mila. Com’è possibile? Il Guardasigilli Clemente Mastella la spiega così: «Non si possono sommare le pere con i carciofi». La colpa sarebbe tutta del sottosegretario Daniela Melchiorre e del suo ufficio che ha fatto un gran pasticcio. E precisa in serata che 15.500 sono gli scarcerati all’entrata in vigore dell’indulto, più 2.000 nel trimestre successivo». La cifra sarebbe cresciuta per l’inclusione erronea di chi ha ottenuto «la revoca della custodia cautelare per reati non compresi nell’indulto o di persone sottoposte a misure provvisorie di custodia cautelare, all’incirca 7.000».
Ma ecco la cronaca di una giornata piena di contraddizioni che tocca il nervo scoperto del centrosinistra, burrascosamente diviso sul provvedimento, e riattizza le polemiche dell’opposizione ora che si parla anche di un’eventuale amnistia. La Cdl constesta i dati e, Lega in testa, accusa Prodi e il governo di barare. L’ex Guardasigilli della Lega Castelli: «Il governo aveva dato dei numeri precisi, ci hanno mentito. Il sottosegretario alla giustizia Manconi aveva dichiarato in Parlamento che al massimo sarebbero usciti in 13 mila, mentre invece sono due volte tanto».
Succede che il Dap deve rispondere alla questione posta dalla Commissione Giustizia del Senato sugli effetti dell’indulto. Poco prima delle 17 le agenzie di stampa diramano un comunicato che indica in 12.756 i detenuti usciti all’entrata in vigore dell’indulto. Al 9 novembre, aggiunge, la cifra arriva a 24.543 detenuti. Ai quali vanno aggiunti quelli che hanno ottenuto la libertà per aver ottenuto misure alternative alla detenzione che sono 4.964. In totale 29.507, come sostiene all’inizio la Melchiorre. Ma si è già scoperto un calcolo sbagliato: i 24.543 scarcerati, indicati in una prima lettera del sottosegretario protocollata lunedì, sarebbero la somma tra detenuti usciti definitivamente, 17.418 e quelli che hanno avuto una misura cautelare: 2.704. Allora, però, sarebbero 20.122. Dei senatori notano l’errore e chiedono spiegazioni. Arriva la seconda lettera della missiva della Melchiorri, quella di ieri, in cui si parla di 24.543 detenuti «liberi», senza specificare. Il Ds Felice Casson non è convinto e chiede i dati «disaggregati». Il tutto, in attesa delle audizioni dei ministri dell’Interno Amato e della Giustizia Mastella proprio sull’indulto a palazzo Madama.
Del resto si è detto. Prodi insorge, il Dap rettifica, le contestazioni esplodono. «Un’ingenuità tecnica degli uffici di un sottosegretario - spiega Mastella - ha creato un equivoco immediatamente chiarito. La polemica della Lega è pretestuosa». Il comunicato diffuso in serata dal ministero conferma le parole del premier: «La stima effettuata dall’Ufficio statistica del Dap, relativa al numero delle persone che sarebbero fuoriuscite dagli istituti di pena è stata puntualmente rispettata».
Insomma, i beneficiari dell’indulto sarebbero solo 17.449 e gli altri 7 mila sarebbero usciti per altri motivi.
Ma la storia non sembra chiusa.

Dicono Donato Capece e Roberto Martinelli del Sappe, il maggior sindacato di polizia penitenziaria: «Hanno sbagliato i calcoli prima e ora corrono ai ripari. Per l’indulto a noi risultano quasi 25 mila scarcerati. É il dato ufficiale comunicato con il documento del Dap diffuso dalla rete Intranet del Dipartimento».

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