Indulto, i numeri del flop. Seimila tornano in cella e ora le galere scoppiano
12 Ottobre 2007 - 09:18Quasi un detenuto su quattro riarrestato una volta libero
Roma - Carceri con le porte girevoli. Si esce grazie
all’indulto e, in tanti casi, si rientra poco dopo
perché si è tornati a delinquere. Questi casi, dicono
gli ultimi dati, assorbono il 22,7 per cento dei
26.752 detenuti che hanno beneficiato del provvedimento
di clemenza: per l’esattezza 6.194, di cui
4.318 italiani. La maggior parte di loro, 4.939, è
stata arrestata in flagranza di reato.
A fine settembre, alla Festa della polizia penitenziaria
che si è svolta a Napoli, il ministro della
Giustizia Clemente Mastella ha letto tutto questo
come un successo. Perché? Perché il tasso di recidiva,
che era al 48 per cento prima dell’indulto,
ora è al 42 per cento.
Il provvedimento è
del 31 luglio del 2006 e
i dati del dipartimento
dell’Amministrazione
penitenziaria sono aggiornati
al 18 settembre
2007: dimostrano
che il grave problema
del sovraffollamento
nei 231 istituti penitenziari
non è stato affatto
risolto. Malgrado fosse
questo il primo obiettivo
della legge varata a
larga maggioranza dal
parlamento. Infatti,
nelle carceri italiane ci
sono oggi 46.118 detenuti,
mentre la capienza
regolamentare è di
43.140 posti. È vero
che la popolazione delle
prigioni era arrivata
a quota 60mila nel luglio
del 2006 e che subito
dopo l’indulto, ad
agosto, è scesa a
38.847, ma come abbiamo
detto in poco più
di un anno si è già nuovamente
al di sopra della
soglia stabilita. E l’equazione un detenuto un
posto rimane miraggio. Per il ministro c’è bisogno
di nuove carceri e annuncia che 5.886 posti
sono in corso di realizzazione e altri 800 dovrebbero
aggiungersi nel 2008.
Sarà probabilmente per tutto questo che, come
dice lo stesso Guardasigilli, il provvedimento di
clemenza ha «conquistato il primo posto nella
classifica del malcontento italiano». Mastella contesta,
naturalmente, questo atteggiamento e dice
«basta alle polemiche strumentali», negando che
l’indulto abbia fatto aumentare la criminalità. Basta
anche agli «atteggiamenti dorotei» di Walter
Veltroni, che «un anno fa partecipava alle marce
per l’indulto e oggi fa marcia indietro» e parla di
effetti negativi del provvedimento.
Chi sono gli indultati? Il 69,2 per cento è rappresentato
da condannati in via definitiva, l’1,8
per cento da detenuti in attesa di primo giudizio,
il 5,9 per cento da appellanti, il 3 per cento da
ricorrenti, e il 20,1 per cento da detenuti con più
procedimenti a carico.
Nei penitenziari c’è un continuo turn over per
diversi motivi. La permanenza media dei detenuti
è piuttosto bassa: su 89.859 entrati nel 2005,
come imputati o condannati, solo 3.959 risultavano
ancora detenuti a 5 giugno 2007. Secondo il
Dap, la media è 90-120 giorni, passando dai 210
giorni per furto agli 8 anni per omicidio.
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