Gioia Locati
Inglese, musica e danza alla scuola materna. Ma anche computer grafica, un primo passettino nel mondo dellinformatica. I bambini di cinque anni che frequentano lultimo anno dellasilo si cimentano con tutto questo prima ancora di saper leggere e scrivere. E non sono allievi delle private ma di un centinaio delle 169 materne comunali. Mappa degli istituti alla mano: questanno linglese si insegna in 96 asili (lanno scorso erano 49) durante lorario scolastico, dalle 9 alle 16.30; allo stesso modo il progetto musicale è partito in 30 materne (nel 2004-2005 ha interessato solo gli istituti di via Adriano e di via San Mamete). Senza costare un euro in più alle famiglie.
«Queste iniziative sono partite in sordina, ossia in poche scuole e in via sperimentale, tre anni fa - ha spiegato lassessore comunale allEducazione Bruno Simini - e oggi si gestiscono in un centinaio di materne. Ci sono i nostri insegnanti delle scuole civiche di lingua e di musica che si impegnano a formare le maestre e in alcuni casi entrano in classe. Ma non si pensi alla classica ora di lezione. Non vogliamo appesantire la vita di un bambino di cinque anni. Soltanto trasmettere un modello pedagogico a tutto campo e linglese, come la musica e il movimento corporeo sono spunti decisivi».
Torniamo alla lingua, come viene insegnato linglese ad alunni che non sanno leggere e scrivere?
«Si punta sulle parole di uso comune, tipo play, off e on; lapproccio è solo fonetico. Tra laltro indispensabile quando, come oggi, uno scolaro su quattro è straniero. Liniziativa si è rivelata un successo e abbiamo deciso di sostenerla in toto. Lanno scorso era organizzata in 49 scuole; su questa stessa onda altre 33 hanno deciso di aggiungere linglese in orario extrascolastico, dopo le 16.30, attività sostenuta però dai genitori e dai consigli di zona. Così la musica: salvo due materne, in altre diciassette sono stati finanziati dalle famiglie e dai consigli di zona lezioni di teatro-danza e psicocorporeità».
Che questanno però non si fanno...
«Sono state inserite nel più ampio progetto musicale, ritmia applicato a 30 scuole. Abbiamo fatto tesoro dellesperienza dellelementare di via San Giusto, la prima a indirizzo sportivo e musicale. Là si trasmette la cultura del muoversi e del ritmo, vuol dire che al termine dei cinque anni uno scolaro non sa suonare uno strumento ma sa riconoscere e apprezzare la buona musica e capisce limportanza dellattività fisica. Così non promuoviamo una lezione di danza o di percussioni ma un progetto didattico improntato sulla ritmica. E mi piace aver contribuito allidea di non inserire dei corsi extra curricolari ma che fan parte del curriculum».
E linformatica, questa sì è ancora sperimentale...
«Lanno scorso è iniziata in cinque scuole grazie alla collaborazione con Ibm e lUniversità Bicocca, questanno ripeteremo senzaltro. Ho visto con i miei occhi bambini capaci di scannerizzare unimmagine di Topolino, incollarla e colorarla. Come dire: uno schermo e una tastiera al servizio della creatività dei bambini. Dietro cè tutto il lavoro di formazione degli insegnanti. In questo caso è stata importante la convenzione con la facoltà della Formazione della Bicocca.
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