Intanto il leader «anti casta» mette in tasca altri 11 milioni

Un girotondo intorno al Quirinale e un altro attorno alla cassaforte dell’Idv, che tra pochi giorni si riempirà di contanti belli freschi. È il premio, in milioni di euro, per la chiassosa e urlante opposizione di Di Pietro, il nuovo aspirante leader della sinistra grillineggiante che un giorno dà del magnaccia al premier e il giorno dopo litiga con il presidente della Repubblica, ma che grazie al raddoppio di voti tra Politiche ed Europee sale a grandi passi nella classifica dei partiti più ricchi d’Italia. Perché il senso delle istituzioni non manca affatto a Tonino quando le istituzioni medesime si trasformano in bancomat, e pagano, pagano, pagano...
La torta che le tesorerie di Camera e Senato si preparano a recapitare nelle casse dei partiti in questi giorni (entro il 31 luglio), fa impressione: circa 265 milioni di euro, suddivisi tra le forze politiche secondo calcoli complicatissimi che gli uffici di Montecitorio - contattati dal Giornale - ancora non hanno completato. Ebbene, con buona approssimazione, possiamo però dire che nella cassaforte di Tonino entreranno, entro una settimana, la bellezza di 11 milioni di euro. Molti più degli anni passati perché stavolta ci sono anche le Europee da rimborsare, e alle Europee l’Idv ha fatto bene, con un ottimo 8% che ha raddoppiato la percentuale delle Politiche 2008 e addirittura quadruplicato quello delle precedenti Europee. Il bottino di Di Pietro in salsa Ue gli ha fruttato sette europarlamentari, 2.452.569 voti per un corrispettivo di 23.400.000 euro circa di rimborso elettorale, dilazionato in 5 anni. La quota che gli spetta come prima rata è di 4.676.000 euro, e verrà versata a giorni tramite bonifico sul conto corrente indicato dal partito (ovvero da Di Pietro) all’amministrazione di Montecitorio (l’organo che eroga i rimborsi). La cuccagna è per tutti i partiti, e i maggiori (Pdl e poi Pd) prenderanno ancora più soldi. Ma sull’Idv c’è un dettaglio in più, su cui ci siamo soffermati più volte senza avere mai risposte dal leader dell’Idv. Parliamo del famoso statuto, che contiene un’ambiguità di fondo tra due figure giuridiche, il partito Idv e l’Associazione Idv, che Di Pietro sostiene di aver risolto con una modifica a inizio anno ma che, secondo il parere dei giuristi, non è affatto risolta. Insomma rimane il quesito: chi gestisce i soldi dell’Idv? Il partito o ancora l’associazione di cui fa parte Antonio, la moglie Susanna Mazzoleni e la fida onorevole Silvana Mura? Il conto corrente su cui vengono versati i soldi pubblici - compresi quelli in arrivo adesso - è gestito dai soci della famosa Associazione Italia dei Valori, composta da soli tre soci.
Quesiti che tornano alla mente nei giorni che precedono il milionario bonifico in arrivo dalla Camera. Dicevamo dei soldi per le Europee, ma non sono gli unici in arrivo. Per formare il totale di oltre 11 milioni di euro, bisogna aggiungere i soldi per la legislatura attuale e anche per la precedente. In sostanza il Palazzo rimborsa i partiti per i voti ottenuti nelle elezioni 2008 ma anche - e ancora - per quelli presi nel 2006, anche se la legislatura si è interrotta. Li paghiamo due volte, come se lavorassero 48 ore al giorno. In tutto questo l’Idv si ritroverà con altri 6.500.000 euro circa a fine mese, paga Montecitorio. Il rateo annuale per le elezioni 2006 è di 2.145.000 euro, mentre per il 2008 - quando l’Idv è passato dal 2 al 4% di preferenze -, la quota annuale di rimborso pubblico è passata a 4.329.845 euro annui. Se sommiamo tutte le voci e le spalmiamo sui cinque anni, sommando Europee, elezioni 2008 ed elezioni 2006 (ripetiamo: pagate come se la legislatura durasse davvero fino al 2011) arriviamo al complessivo «introito» di Tonino il rivoluzionario: 55.775.000 euro, un quinquennio tutto d’oro per l’ex pm divenuto agitatore.
Sulla questione rimborsi elettorali di Di Pietro è meglio non chiedere ai suoi molti ex compagni di partito o alleati. Gente come Occhetto, Veltri, Giulietto Chiesa, in causa col leader perché sempre rimasti senza il becco di un quattrino dopo le Europee 2004. Sorte comune a tanti altri, in altre occasioni, amici diventati nemici giurati di Di Pietro. I soldi, i soldi, sempre loro. Nello stesso conto corrente dove fluiscono i rimborsi pubblici arrivano altri euro a rimpinguare le casse dell’Idv amministrate da lui stesso e da Silvana Mura. Ogni mese i 43 deputati e senatori dell’Idv versano - spesso con molto dispiacere - circa mille euro per finanziare le attività del partito. Lo stesso fanno i consiglieri regionali dell’Italia dei Valori. Il prelievo automatico sulla busta paga dei dipietristi eletti serve, secondo il capo, a finanziare le sedi regionali del partito. Ma molte di queste, come quella di Milano, piangono miseria nonostante al partito (o all’associazione?) arrivino molti milioni di euro. Poi ci sono in ballo le regionali 2010, dove l’Idv spera di bissare l’exploit delle Europee. In quel caso sarebbero altri soldi per l’Idv.

Sì ma, di nuovo, per chi? È stato il Tribunale di Roma a stabilire che l’«Associazione Italia dei Valori è soggetto diverso dal Movimento politico Italia dei Valori». Il partito, ovvero il Movimento Politico Idv, è quello che deposita le liste, quello che organizza i girotondi e che strilla contro la dittatura. Ma i soldi, i milioni, vanno all’associazione Idv.

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