Inter, una partita da marziani Ma alla fine scende sulla Terra

Prandelli è partito con quattro titolari in panchina, compreso Gilardino, per tutti un segnale: ecco la prova provata che gliela lasciano. E meno male che gliela dovevano lasciare in cambio della finale di coppa Italia. Meno male perché altrimenti dietro chiamavano anche i parenti, c’era più gente in area della Fiorentina che alberi nella foresta. Giusto, Prandelli sapeva a cosa andava incontro. Difficile entrare nella sua testa, è partito con Keirrison rimasto talmente sorpreso della scelta che l’ha toccata una volta in tutta la sua partita, ma l’ha messa dentro e ha aperto ufficialmente i festeggiamenti nel resto d’Italia. L’Inter ha pasticciato, si è lasciata prendere dal nervoso e si è messa fretta. E anche se ha fatto la partita per un’ora e mezza non l’ha vinta. Josè ha perso Stankovic durante il riscaldamento per un fastidio muscolare nella zona posteriore della gamba destra, ma questo non sposta niente, non è stata l’assenza di Deki a decidere questo deludente 2-2 della capolista che a forza di battere in testa in queste ultime di campionato, rischia di perderla la testa, magari già oggi. A un certo punto sembrava ancora una volta che la svangasse, a tradirla la difesa su un innocuo calcio d’angolo, prima ancora era stato un pallone messo in area che passa sotto le gambe di Samuel, fatto che si sarà verificato un paio di volte in tutta la sua vita calcistica. Poi è saltato tutto, schemi, teste, gambe, attaccavano in quattro e difendevano in quattro, palla dall’altra parte e situazione identica. Josè ha messo dentro tutte le punte che aveva a disposizione.

E allora ecco che ha ripensato a quei primissimi minuti, sinistro di Sneijder e Frey di pugno si salva, palo di Milito in tuffo su angolo, ancora Eto’o e Frey ancora di pugno. E Pandev che tira a colpo sicuro e centra Eto’o che stava tagliando l’area. Quell’Inter sembrava arrivata da Marte, un’ora e mezza dopo è scesa sulla terra.

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