"Anticorruzione, la legge farsa voluta dai forcaioli Pd e M5S"

Nitto Palma sposa le critiche del pm Cantore, neo presidente dell’Autorità: "Non basta solo inasprire le pene, Forza Italia lo dice da mesi"

"Anticorruzione, la legge farsa voluta dai forcaioli Pd e M5S"

Francesco Nitto Palma, senatore forzista, sulla legge anticorruzione è scontro Grasso-Cantone. Chi ha ragione?
«Questo è un Paese incredibile. Cantone, presidente dell'Autorità anticorruzione, dice cose condivisibili. Il paradosso è che se le dice lui applaudono tutti, se le diciamo noi di Forza Italia ringhiano tutti».

Entriamo nel merito.
«In commissione Giustizia si sta discutendo il ddl anticorruzione, testo unificato la cui filosofia di fondo è l'inasprimento delle pene e quindi l'allungamento dei termini della prescrizione. L'efficacia di queste misure, tuttavia, sarà ahimè nullo».

Un «provvedimento spot» come afferma Cantone?
«Ma certo. Solo che adesso viene il bello. Visto che tutti ora lo osannano, voglio vedere cosa farà la maggioranza Pd e M5S».

Ma i Cinque stelle non sono all'opposizione?
(Ride) «Sulla carta. In commissione Giustizia c'è una maggioranza populista e giustizialista: grillini e piddini vanno a braccetto».

E il Nuovo centrodestra?
«Subisce. Proprio sull'anticorruzione il relatore alfaniano D'Ascola aveva proposto di spacchettare il provvedimento e calendarizzare subito per l'Aula soltanto una parte, non seguendo il diktat di Grasso».

Risultato?
«Pd e M5S hanno bocciato la sua ragionevole proposta e l'Ncd non ha protestato più di tanto: hanno troppa paura di mettere in difficoltà il governo e quindi le proprie poltrone. Vuole un altro esempio?».

Prego.
«La settimana scorsa, con la fiducia, l'Ncd ha votato la norma per cui lo spacciatore di eroina non andrà più in carcere».

Andiamo nel merito delle questione. Cosa non va nel provvedimento anticorruzione?
«Che agisce soltanto sull'inasprimento delle pene mentre bisogna pensare nuovi strumenti di lotta ai fenomeni di corruzione».

Quali, per esempio?
«Fare come s'è fatto nella lotta alla criminalità organizzata magari ragionando a una Procura nazionale anticorruzione; considerare forme di collegamento tra magistratura ordinaria e Tar; dare più poteri all'Autorità».

Quello che dice Cantone...
«Sì, ma noi lo diciamo da sempre. Inascoltati. Ora lo dice lui ed è oro colato. Immagino che esploderà una contraddizione fortissima all'interno della maggioranza. Comunque Cantone tocca il punto centrale della questione, da noi sottolineato più volte: quello della prevenzione».

In termini più concreti?
«Veicolare tutte le notizie relative agli appalti. L'Autorità deve avere poteri di ispezione reale. Ovvero: serve una legge per cui i magistrati non possano nascondere le carte».

Ora è così?
«Se la legge non consente all'Autorità di avere notizie, queste notizie non arriveranno».

Occorre un decreto legge, quindi?
«Sì. Oppure, forse meglio ancora, un disegno di legge nato da un gentlemen's agreement. Cantone potrà contare su di noi: spingeremo affinché abbia i poteri necessari».

Il presidente Grasso, primo firmatario del testo che state discutendo in commissione, si lamenta: il mio testo ha

cambiato volto.
«Se il suo testo è stato modificato deve chiedere conto a Ncd, Scelta civica, Pd e M5S. Non a noi. E comunque ribadisco: non è soltanto aumentando le pene che si fa la lotta alla corruzione».

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