Roma - Angelino tesse la tela ma la troika interna (Schifani, Quagliariello e Cicchitto) tenta di disfargliela. Il leader Ncd ha appena rotto gli indugi e indicato la via: in prospettiva, serve un'alleanza con Berlusconi all'interno di un polo moderato. Il primo passo verso un rifidanzamento per rappresentare tutti i moderati creando un soggetto alternativo alla sinistra ha fatto gioire molti alfaniani ma imbestialire i tre. Le prime risposte di Forza Italia, poi, sono sostanzialmente positive e Angelino ha potuto sorridere: le porte non sono chiuse. Peccato che, a poche ore dalla prima apertura, siano arrivati i primi tentativi di sabotaggio. Da entrambi i fronti.
Un segnale è un fantomatico asse Alfano-Fitto con l'ipotesi di un supergruppo al Senato, di cui parlava ieri il Messaggero. Voci interne all'Ncd smentiscono con forza: «Panzane. C'è qualcuno, sia tra noi sia tra gli azzurri, che non vuole il riavvicinamento Angelino-Silvio». Nessun supergruppo all'orizzonte, quindi. E nessuna liaison Alfano-Fitto che, per altro, non si sono mai amati neppure dal punto di vista umano oltre che politico. «Sono soltanto veleni per far saltare il dialogo», racconta una fonte interna di Ncd che chiede l'anonimato. In realtà non c'è alcun contatto con l'ex ministro pugliese e Alfano e guarda al dibattito interno a Forza Italia con disincanto. Il tema delle primarie è un déjà vu: un nodo sul tavolo anche quando Angelino era il delfino del Cav. Si sa come andò a finire anche allora: niente da fare.
Altro elemento che esclude la tesi del patto occulto con Fitto: i due sarebbero naturalmente dei competitor nel ruolo di guida dei moderati. Allora chi è che rema contro la riappacificazione? Schifani, Cicchitto e Quagliariello sono senza dubbio i big che non vogliono sentir più parlare di Arcore e dintorni. È la terna dei duri e puri: gli sconfitti dalla linea aperturista di Alfano. Il quale media, attende, non vuole fare passi falsi preferendo farne uno alla volta. Ecco perché, per ora, non strappa con Renzi. Non ancora. Concede ai tre di non portare Ncd fuori da Palazzo Chigi e di combattere da dentro per far sentire di più e meglio la voce del centrodestra. Confida di riuscirci ma questo, in fondo, dipende da Renzi: quanto potrà concedere ad Alfano su giustizia, fisco, lotta alla burocrazia, legge elettorale?
Detto questo la linea è stata decisa ma Alfano si sente tirato per la giacchetta sia da chi vuole ricongiungersi con Fi sia da chi, al contrario, lo vuole evitare. Ecco perché s'intensificano le richieste interne affinché «faccia il segretario a tempo pieno». Angelino su questo medita ma non prende decisioni. «In questo ha imparato da Berlusconi. Ascolta tutti ma poi aspetta a risolvere la questione», dice un alfaniano. Comprensibile che non abbia voglia di mollare il ministero ma chi vuole una guida forte avrebbe già il piano B: «Se non lo vuole far lui dia le redini del partito in mano a Lupi: che è giovane, smart, funziona in tv, è più sulla linea di Angelino rispetto a quella di Quagliariello».
Insomma, nell'Ncd il dibattito è accesissimo. E pure sull'ipotesi dei gruppi congiunti con Udc, pezzi di Scelta civica e Popolari di Mauro la questione è tutt'altro che chiusa.
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