Il gatto e la volpe

Lo stop del Colle al Csm. Vuoi vedere che il no­stro capo dello Stato teme che si accerti la verità?

Il gatto e la volpe

Vien da chiedersi perché il presidente Napolitano - fatto senza precedenti - abbia sentito il dovere di scendere in campo, a favore di uno dei contendenti, nella furibonda lite che ha scosso i vertici della Procura di Milano. Riepilogo i fatti. Un procuratore, Robledo, ha accusato il suo capo, Bruti Liberati, di scorrettezze nella gestione dei casi Berlusconi-Ruby (affidato alla Boccassini senza che questa ne avesse titolo), di omissione d'indagine sulla compravendita di Sea (pratica «dimenticata» in cassaforte) e di abuso di potere sulla questione del mio arresto. Dopo uno scambio di accuse pubbliche, il Csm aprì un'inchiesta (la sentenza è attesa a ore) orientandosi verso il rinvio a giudizio di entrambi i magistrati. A Napolitano l'ipotesi non è piaciuta e, con una nota scritta, ha suggerito al Csm la sentenza: Bruti Liberati va assolto, il cattivo è Robledo.

Una magistrata, Clementina Forleo, a quei tempi Gip a Milano, ma poi allontanata perché non allineata politicamente con il pensiero unico, ha fornito una sua spiegazione dell'intervento del capo dello Stato. Sintetizzo: Napolitano avrebbe un debito di riconoscenza con Bruti Liberati che - a dire della Forleo - usò la mano morbida con i vertici del Pd coinvolti nello scandalo della scalata Unipol (il famoso: «Abbiamo una banca» di Fassino). Un'accusa grave, sia nel contenuto sia per chi la pronuncia (un autorevole magistrato in servizio).

Che tra Bruti Liberati e Napolitano corra un ottimo rapporto non è un segreto. E colpisce pure una coincidenza: le mosse politiche del Quirinale per disarcionare Berlusconi (caso Fini, caso Monti e caso Alfano) sono sempre andate di pari passo con le analoghe mosse giudiziarie della Procura di Milano guidata appunto da Bruti Liberati (accelerazione caso Mediaset e relativa condanna, inchiesta e processo Ruby in sfregio a qualsiasi diritto della difesa). C'è stato un sincronismo perfetto tra agguati politici e assalti giudiziari. Che i primi fossero «inquinati» è emerso con chiarezza grazie alle testimonianze raccolte nel libro di Alan Friedman e dell'ex ministro americano, Geithner.

Sugli assalti giudiziari un faro sinistro lo ha acceso Robledo, magistrato di chiara fama. In entrambi i casi, Napolitano si è affrettato a stoppare tutto sul nascere. Strano. Vuoi vedere che il nostro capo dello Stato teme che si accerti la verità? E se sì, perché?

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