Ormai è diventato quasi un refrain quotidiano, un po' come i jingle natalizi quando arriva dicembre. Al punto che pure a Monti viene chiesto un parere sull'eventuale ritorno in campo di Berlusconi. Una sua ricandidatura, risponde il premier, «mi sembrerebbe alquanto normale». D'altra parte, aggiunge, «è a capo di un partito che lui stesso ha deciso di guidare» e «non sarebbe un fatto nuovo». Insomma, per Monti nessuna sorpresa.
Eppure, dietro il ritorno in prima fila del Cavaliere si nascondono preoccupazioni e nervosismi di mezzo Pdl. Soprattutto di coloro che ormai da giorni insistono affinché l'ex premier sciolga al più presto la riserva. Ieri è toccato a Gasparri che ha pure voluto ribadire qual'è la linea degli ex An rispetto ad ogni ipotesi di grande coalizione dopo il voto: «Quella delle larghe intese è una prospettiva non auspicabile».
Nonostante il pressing, Berlusconi resta però dell'idea che non c'è assolutamente fretta, soprattutto se come sembra ormai certo si andrà alle urne tra marzo e aprile. Anche per questo ha deciso di staccare la spina una settimana e si è concesso una vacanza in Kenya nel resort di Briatore. In attesa che si avvicini lo sprint finale della campagna elettorale e con i sondaggi che continuano a far registrare una riduzione della forbice tra Pdl e Pd. Se quello della Swg di qualche giorno fa aveva riportato il partito di via dell'Umiltà sopra il 20%, la rilevazione del Tg di La7 di ieri sera vedeva il Pdl al 21,4 (con il Pd al 26,8 e Grillo al 14,3). La distanza resta, soprattutto quella tra le coalizioni, ma almeno si riduce.
Ecco perché Berlusconi prende tempo. In attesa di avere un quadro più chiaro perché lo scenario può cambiare a seconda di come a metà novembre finiranno le primarie del Pd, da quella che sarà la legge elettorale e da quali saranno le alleanze. Quest'ultimo niente affatto un dettaglio se giovedì scorso, dopo aver incontrato Maroni e Calderoli a Palazzo Grazioli, il Cavaliere confidava ad alcuni suoi collaboratori di non fidarsi troppo del nuovo corso della Lega.
Il Cavaliere, insomma, aspetterà ancora. Perché, spiega la Santanché, «non si possono sbagliare i tempi» e «le variabili sono ancora troppe». Sarebbe bene, aggiunge, che «la si finisse con l'invitare Berlusconi a sciogliere la riserva» visto che «mi pare ci abbia più volte dimostrato che nessuno è più bravo di lui». Per questo, dice Galan, «mi auguro torni in prima linea» visto che «senza di lui non si va da nessuna parte». Senza escludere del tutto l'ipotesi del passo indietro che ieri buttava lì con un tweet Fabrizio Rondolino. Nel qual caso tornerebbe in pista l'ipotesi primarie anche nel Pdl.
Come andrà a finire, però, non lo scopriremo presto.
Neanche nel week end, quando l'ex premier dovrebbe partecipare alla crociera organizzata da Il Giornale insieme ai lettori. Ma difficilmente dirà una parola definitiva sulla sua discesa in campo. Troppo presto. E, come spiegava Berlusconi ad un suo ex ministro qualche giorno fa, «la fretta è cattiva consigliera».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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