Caro Feltri,
il suo articolo di ieri rispetto alla brutta vicenda in cui è coinvolta la Regione Lazio ha il pregio, come sempre, della chiarezza, nel senso che taglia il «male» alla radice proponendo l'abrogazione delle Regioni. Si tratta di una posizione che trova fondamento nelle teorie più classiche e tradizionali della destra italiana che, come ricordiamo tutti, agli inizi degli anni Settanta si oppose con forza alla nascita di enti che giudicava, già allora, inutili e improduttivi.
Non so se la «storia» abbia dato ragione a questa tesi, certo è che la cronaca di questi giorni, e anni, qualche buon argomento l'ha fornito ai detrattori del decentramento amministrativo. Personalmente, e non perché oggi guido una delle più importanti Regioni del Paese, penso che questo livello di governo vada mantenuto e ulteriormente responsabilizzato, con un adeguamento delle funzioni, che pure è in atto, anche per il concomitante riordino delle Province. Ma il dibattito in cui siamo purtroppo immersi e le sue stesse conclusioni nell'articolo in questione, chiamano in causa aspetti di maggiore, diciamo così, attualità. Su questi, se me lo consente, vorrei risponderle. Sul caso specifico dei rimborsi ai gruppi e da questi ai Consiglieri, sarà la magistratura a chiarire se ci sono stati comportamenti, come appare, illeciti ed eventualmente a punirli. In Aula, prima, e in Giunta, poi, ho chiarito e agito in modo che tutto questo non possa ripetersi e oggi il Consiglio regionale farà il resto votando finalmente anche tutte quelle misure che da tempo erano all'ordine del giorno per ridurre i costi della Pisana. Costi che con la precedente maggioranza di centrosinistra erano lievitati del 68% e, con quella di centrodestra, del 27%.
Voglio portare questa Assemblea ad essere una delle più virtuose d'Italia e con queste misure andremo immediatamente sotto la media dei costi per abitante di tutte le Regioni. Mi permetta, però, di chiedere almeno alla stampa e ai giornalisti indipendenti, di inquadrare questa terribile vicenda nel contesto in cui sto agendo da quando sono arrivata nella Regione più indebitata d'Italia, una regione che paga 3 milioni di euro al giorno alle banche per far fronte ai debiti contratti dalla sua fondazione ad oggi.
Dice bene: il bubbone è la sanità.
Ma almeno lei può aggiungere che quando siamo arrivati abbiamo scoperto - e pagato - un ulteriore «buco» di 1 miliardo e mezzo nel bilancio della sanità e che in solo 18 mesi (!) abbiamo dimezzato il deficit della sanità portandolo da 1,5 miliardi a 750 milioni? Che abbiamo fatto manovre per 5 miliardi in due anni per impedire che il debito del Lazio schizzasse a 30 miliardi? Che soltanto lunedì scorso le agenzie di rating, riconoscendo gli sforzi che stiamo facendo, ci hanno confermato il giudizio di merito mettendoci allo stesso livello dell'Italia di Monti? Stiamo rimettendo in piedi questa Regione che abbiamo preso con le casse completamente svuotate (la Giunta di centrosinistra aveva prosciugato interamente, e in solo tre mesi, l'intero ammontare dell'anticipazione bancaria per circa due miliardi!), con cinque miliardi di mandati da pagare e con gli appalti della sanità affidati, guarda guarda, alla Protezione civile. No, caro Feltri, non dormiamo. E se per fare tutto questo e altro ancora c'eravamo un attimo distratti, grazie per averci richiamato.Renata Polverini, presidente della Regione Lazio
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