La sinistra ha un disturbo. Bipolare

Non riesce ad accettare l'esistenza di un polo antagonista da riconoscere come avversario anziché negare come nemico indegno di stare al mondo

La sinistra soffre di un disturbo bipolare. Non riesce ad accettare l'esistenza di un polo antagonista da riconoscere come avversario anziché negare come nemico indegno di stare al mondo. L'atteggiamento verso le altre forze oscilla tra l'annessione e la criminalizzazione: o sei un nostro affluente inconsapevole o sei il diavolo in persona. Vuoi un rinnovamento? Te lo diamo noi, gli unici abilitati a farlo. Da qui discende il doppio tentativo di fagocitare i grillini e squalificare invece il Pdl (con te non parlo). Magari se la sinistra fosse davvero preoccupata della sua impresentabilità. In realtà non perdona a Berlusconi di aver vinto più volte e di aver sfiorato la vittoria. Fosse perdente e remissivo, ci sarebbero meno problemi. Intendiamoci, sono macroscopici pure gli errori del centrodestra e imbarazzanti le sue scelte. E non è pensabile un governo Bersani sostenuto anche dal Pdl.

Sarebbe una forzatura e non andrebbe lontano. Alle elezioni non ha vinto nessuno ed è uscito dalle urne un tripolarismo anomalo e inconciliabile. L'unica via è un governo istituzionale, non tecnico-bancario (ci basta e ci avanza un Monti di pietà) ma di personalità eminenti appoggiato da un'ampia maggioranza trasversale.

Un governo col mandato breve o medio, per rivotare con una nuova legge o governare sul serio. Ma la sinistra non ci sta e alza le barricate dell'antiberlusconismo. Non ha capito che quella stagione è finita e il miglior modo per seppellirla è superarla d'ambo i lati, gettando le basi per una nuova fase.

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