MilanoVerrà interrogato questa mattina dai giudici don Alberto Barin, cappellano di San Vittore finito in carcere per violenze su più detenuti, tra i quali sembra anche Fabrizio Corona. Una sorta di dottor Jekyll trasformatosi in Hyde «incapace di reagire ai suoi istinti, dimentico dei doveri...in preda ad una totale incapacità di contenersi» come lo descrive il gip nell'ordine di arresto. Un provvedimento che ha scosso l'intero mondo giudiziario: «Episodio di una gravità inaudita» l'ha definito il ministro Severino. «Provo tanto dolore» aggiunge l'ispettore generale dei cappellani, don Virgilio.
Eppure nel corso del suo servizio, don Alberto era a San Vittore del 1997, nessuno aveva mai avuto il minimo sospetto. Quindi anni di dedizione assoluta, ogni giorno per 12 ore, poi all'inizio dell'estate la denuncia di un giovane magrebino. «Sono stato violentato da un altro detenuto, ma anche dal cappellano». La polizia penitenziaria e la squadra mobile nascondono telecamere nell'ufficio di don Barin all'interno della struttura e nell'abitazione, appena fuori la cinta muraria. E la denuncia non solo viene confermata ma le immagini registrano molestie verso altri cinque detenuti. Sempre uguale l'approccio: spesso i carcerati arrivano in galera senza un soldo per comprare i più basilari generi di conforto, dalle sigarette al sapone, e don Alberto si premurava per loro. In cambio però di prestazioni sessuali. Sesso anche per dare parere favorevole alle loro domande per ottenere benefici.
Una situazione che fa scrivere al gip Enrico Manzi nell'ordinanza di carcerazione: «L'indagato ha collezionato una serie impressionante di approcci a sfondo sessuale e appare in preda ad un totale sbandamento morale e umano...appare urgente porre fine con la massima determinazione a questo stato di cose che getta discredito sull'organizzazione penitenziaria». Sulla necessità dell'arresto, il magistrato non ha dubbi: «I contatti allacciati con i detenuti potrebbero impedire ad altri di rivelare episodi sconosciuti». Gli investigatori sono infatti convinti che le morbose attenzioni del prete siano iniziate almeno nel 2008 e abbiano coinvolto altri detenuti. Tra questi pare anche Fabrizio Corona: «Provò a toccarmi, promettendomi agevolazioni- racconta il fotografo» episodio, precisa, già denunciato in un suo libro.
«Se le accuse fossero confermate, sarebbe un episodio di inaudita gravità - è stato il primo commento del ministro Guardasigilli Paola Severino - Un abuso su persone in stato di soggezione fisica e psichica è doppiamente grave. Posso solo augurarmi sia una caso isolato». Ancora incredulo don Virgilio Balducchi, ispettore capo dei cappellani: «Provo soltanto dolore: per lui, per le persone coinvolte, per coloro che gli volevano bene...
Don Alberto, ora in carcere a Bollate, sarà interrogato oggi dal gip e potrà difendersi da queste infamanti accuse.
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